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L'amore buio

Regia di Antonio Capuano vedi scheda film

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La recensione su L'amore buio

di OGM
8 stelle

Sono oscure e strane le vie lungo le quali il sentimento invisibile scantona, per sottrarsi all’assalto dei perché. A cercare il buio ed il silenzio è sempre l’inspiegabile, che teme il confronto con un mondo affetto da un eccesso di razionalità, troppo sicuro nel distinguere tra il bene e il male. La storia di Irene e Ciro fa dell’incertezza una trepida forma di poesia, che sussurra strisciando sotto la rassicurante superficie delle verità scientifiche e giuridiche, facendo tentennare il castello di carte di una giustizia semplicistica e sbrigativa. E' delicato il rapporto tra vittima e carnefice, quando di mezzo c’è l’amore, soprattutto quello sconosciuto e sorprendente, che si sperimenta per la prima volta, e quindi facilmente fa perdere la testa. Fa paura il desiderio, ma ancor di più essere desiderati, e allora non si è in grado di stabilire la misura di quanto sia necessario dare, e quanto sia legittimo ricevere. Ciro, che in un impeto di passione adolescenziale, ha stuprato la giovane Irene, nella solitudine del carcere minorile comincia a dubitare che in quell’atto potesse esprimersi l’amore; e, per contro, Irene, ricevendo le sue lettere, non crede più che la violenza sia solo manifestazione d’odio. Il suo fidanzato le promette un avvenire garantito, un matrimonio, un prestigioso incarico negli Stati Uniti,  una carriera, una famiglia. Eppure la prospettiva della comodità non la convince più, come se quell’esperienza così crudele ed umiliante le avesse fatto intuire come la via della verità passi, in realtà, attraverso il confine irregolare e tagliente che separa la gioia dal dolore. Non c’è bellezza senza bruttezza, non c’è ravvedimento senza errore, e il primo banco di prova, per chi si appresta a legarsi per la vita, è proprio la sfida di dimenticare e perdonare.  Questo film traccia il percorso ondeggiante ed errabondo che le anime disorientate intraprendono di nascosto, per sfuggire a chi chiede  conto di ogni loro  azione: i genitori, gli psicologi, gli insegnanti del riformatorio. A chi propone loro attività alternative (come lo studio, lo sport, l’arte, la letteratura, che altro non sono che fonti di distrazione), loro rispondono con il rifiuto di chi ha bisogno non di evadere dal passato, ma di ritrovarlo, in una nuova luce, dentro di sé, dopo aver invano cercato di sopprimerlo.   Antonio Capuano crea, intorno alle figure dei due protagonisti, un quadro dai contorni tremolanti, come la mano malferma di Ciro quando impugna la penna per scrivere, come la forma tormentata che la creta assume sotto le sue dita, come l’immagine sfocata attraverso cui Irene ora vede il mondo. L’amore buio è il cinema dei cenni, delle allusioni, delle espressioni acerbe sbocciate dal cuore, però mai giunte a compimento, che sono come timide gemme spaventate a morte dall’idea di dover fiorire.  

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