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Mi manda Picone

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mi manda Picone

di axe
7 stelle

Pasquale Picone, operaio napoletano dell'Italsider, per protestare contro il licenziamento, si cosparge di benzina e si dà fuoco durante una seduta del Consiglio Comunale del capolouogo partenopeo, sotto gli occhi dei politici locali e di una folla atterrita, nella quale è anche la moglie Luciella. Spente le fiamme, giunge un'ambulanza per portarlo via. Non riuscendo a sapere dove è stato trasportato, e neppure se è vivo o morto, Luciella entra in contatto con Salvatore - un faccendiere di mezza tacca - per avvalersi dei suoi contatti in ospedali ed obitori. Nel cercare Picone e nel frequentare la sua casa - un grande appartamento dove sono rimasti a vivere Luciella ed i figli - Salvatore apprende dei dettagli inquietanti circa la vita del presunto suicida. In realtà, non lavorava all'Italsider, in molti gli devono dei soldi, ed egli, a sua volta, è debitore di altri. Trovando dei nomi in un'agenda, Salvatore opera delle riscossioni in suo nome. Gli è sufficiente pronunziare la frase "Mi manda Picone" per ottenerli. Chi è, quindi, Pasquale Picone, e che fine ha fatto ? Mentre Salvatore, rimane coinvolto sempre di più negli affari dello scomparso, per Luciella, il marito è sempre il solerte operaio metalmeccanico che ha fatto sacrifici pur di mantenere la famiglia; anche da morto. Commedia amara di Nanni Loy, ambientata in una Napoli, che è, di fatto, la quarta protagonista del film. I primi due, sono Luciella e Salvatore; madre e moglie esemplare, la prima; uomo abituato a combattere la miseria con espedienti e piccole furberie, il secondo. Il terzo protagonista è Pasquale Picone, visibile solo in una sequenza iniziale, eppure presenza permeante l'intero racconto. Chi è quest'uomo ? Quale mistero si cela dietro la sua scomparsa ? E' ben presto evidente che, benchè frequentasse lo stabilimento dell'Italsider per la gestione dei suoi affari, fosse tutt'altro che un operaio. Emergono uno dietro l'altro i traffici nei quali Picone era coinvolto, man mano più pericolosi : droga, prostituzione, racket, usura, scommesse. Ma come è stato possibile che un uomo limpido ed onesto, quale è descritto essere stato Pasquale in passato, abbia voluto e potuto acquisire un tale spessore criminale ? A questo proposito sono illuminanti le riflessioni di un compagno di malaffare e di una prostituta del giro gestito da Picone. Tratteggiano la figura di un uomo costretto al crimine dallo stato di necessità; le difficoltà economiche, l'impellenza di mantenere la famiglia e difenderne l'onore, le mille tentazioni di un rapido arricchimento lo hanno spinto in un vortice nel quale l'uomo è stato risucchiato, fino alle estreme conseguenze. Nell'epilogo, scopriamo quale è stata la sorte di Picone. Ha scelto egli stesso di scomparire, inscenando il proprio suicidio, senza dubbio perchè sapeva di essere in pericolo, ma - immagino - anche per disgusto dell'intrico di menzogna che aveva costruito intorno al suo personaggio. Di fronte ad una sequenza di evidenze, anche Luciella, convinta fino all'ultimo della buona fede del marito, s'è arresa. Dopo aver cercato, pateticamente, di salvare le apparenze, organizzando un funerale senza cadavere, nel quale erano invitati uomini in tuta blu, per mostrare al quartiere che il coniuge era un onesto operaio, anch'ella comprende che Picone conduceva una doppia vita, dedicandosi al crimine nell'una, per non far mancare nulla a lei ed ai figli nell'altra. La donna sviluppa, comunque, un sentimento per Salvatore, il quale le rimane vicino cercando dapprima di sfruttare la "posizione" di Picone, poi di aprire gli occhi alla donna. Salvatore ha la possibilità prendere il posto dell'uomo scomparso, sia nel crimine, sia nel cuore di Luciella. Circa il primo aspetto, trova la forza di tirarsene fuori; circa il secondo, è la donna a concedergli, infine, una possibilità. Ottima interpretazione, nei panni di Luciella, per Lina Sastri, qui molto incline all'emozione, sensuale, "verace". Salvatore è ben interpretato da Giancarlo Giannini. Veniamo al quarto protagonista, la città di Napoli, in questa rappresentazione ricca di macchiette e stereotipi, tuttavia non stucchevoli; Nanni Loy ci mostra un sottobosco di imbroglioni, trafficanti, criminali vari di piccolo e medio spessore, i quali prosperano grazie ai rapporti intrecciati con le persone "perbene". Ci mostra, altresì, una burocrazia implacabile, destinata a complicare la vita dei cittadini. Ci racconta della disperazione, della voglia di vivere, del pianto e del riso di una società estremamente complessa. Il ritmo è blando nella prima parte del film, nella quale prevalgono toni da commedia; più drammatica la seconda parte. In questa fase cresce anche la tensione, poichè appare evidente il ruolo sociale di Picone; quasi si teme un suo ritorno in scena; ma la vicenda prende una piega diversa, virando verso un finale relativamente lieto. Un film piacevole e coinvolgente, da vedere sia per le buone prestazioni attoriali, sia per la precisa analisi sociale.

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