Regia di Stephen Kijak vedi scheda film
Exile on Main st. (1972) è uno degli album più celebri e celebrati dei Rolling Stones; questo documentario ne ripercorre la nascita e le registrazioni, integrando materiale d'archivio relativo a quel periodo con interviste appositamente realizzate nel 2010 ai membri della band e a chi era con loro in studio a registrare il disco.
Tumbling dice, Shine a light, Happy: i pezzi famosi contenuti nel doppio album (l'unico, di brani originali, di tutta l'infinita discografia degli Stones) non sono tantissimi, ma la magia del disco va ben oltre le hits; diciotto brani inediti registrati in giro per il mondo, fra eccessi di ogni tipo e un'ispirazione mai doma, nel periodo di 'autoesilio' che la band si impose per evitare pesantissime sanzioni fiscali, all'inizio degli anni Settanta. Per tutti questi motivi Exile on Main St. è un'opera mitologica nella storia del rock e non sorprende che, a quasi quarant'anni dalla sua uscita, il documentarista americano Stephen Kijak si sia avventurato alla ricerca del materiale video relativo alle sessioni di registrazione del disco, completandolo poi con interviste appositamente girate nel 2010 per ricavarne un film-tributo quale è questo Stones in exile. Godibile certamente e non solo per i fans più sfegatati di Jagger, Richards & co.; peccato per la durata limitata ad appena un'ora, mentre non avrebbe senso fare una colpa dei toni agiografici del documentario, che in fin dei conti si propone espressamente come lavoro celebrativo. Presentazione in pompa magna a Cannes nel 2010 abbinata alla riedizione del disco in versione masterizzata. 6/10.
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