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Wall Street. Il denaro non dorme mai

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Wall Street. Il denaro non dorme mai

di Paul Hackett
6 stelle

Il giovane e brillante operatore finanziario Jacob Moore assiste attonito al fallimento della banca per la quale lavora e al tragico suicidio del suo capo e mentore Louis Zabel. Grazie ai suggerimenti (forse non proprio disinteressati) del futuro suocero Gordon Gekko, abilissimo genio della finanza caduto in disgrazia dopo otto anni di prigione per insider trading, cercherà di vendicarsi del principale artefice del tracollo del suo istituto di credito, l'avido banchiere Bretton James, ma rischierà di mandare a monte il suo rapporto con l'adorata promessa sposa Winnie. Ben 23 anni dopo i fatti narrati in "Wall Street", Oliver Stone dirige di nuovo Michael Douglas nel ruolo dello spietato finanziere Gordon Gekko, ma, a quanto pare, il tanto tempo trascorso ha portato consiglio e il demoniaco pescecane descritto nel primo episodio è diventato uno scrittore di denuncia dei guasti della finanza moderna e un padre desideroso di ricostruire un rapporto difficile con una figlia idealista. E anche quando il vecchio affarista senza scrupoli ritorna a galla con una delle sue bastardate, è sufficiente un'ecografia del futuro nipotino per trasformarlo in uno zuccherino (roba assolutamente impensabile per quella carogna del Gekko 1987). E forse questa la grande novità di questo sequel rispetto al celebrato primo episodio: Oliver Stone è diventato più ottimista. "Wall Street", infatti, era un potente e deflagrante atto d'accusa nei confronti dell'America di Reagan, del fenomeno dello yuppismo, dell'avidità dilagante in un'economia sempre più indifferente ai bisogni reali della gente, mentre in questa sorta di "Wall Street 2 (la vendetta?)", forse perché il film è figlio dell'America di Obama e delle grandi aspettative sucitate dalle promesse riforme del primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti, c'è spazio per un pizzico di positività, nella paradossale speranza che l'ultima devastante crisi economica, l'ultima deflagrante esplosione della bolla che per anni ha favorito il nostro benessere e i nostri consumi, possa azzerare ogni cosa e far ripartire l'economia su basi etiche, umanistiche e magari anche ecosostenibili (non a caso Jacob Moore è un abile finanziere ma anche, in maniera non troppo plausibile, un fervido sostenitore dell'energia talassotermica, per la cui ricerca non si fa problemi a far investire alla propria fidanzata ben 100 milioni di dollari... figuriamoci!). Il grande moralista Stone si è finalmente rilassato? Parrebbe di si, e sembrerebbe testimoniarlo anche la solare e svagata colonna sonora del film, composta prevalentemente da brani dell'ex Talking Heads David Byrne. Cast che convince solo a sprazzi: Michael Douglas, sebbene (o forse proprio perché?) invecchiato e col volto segnato dalla malattia che lo ha colpito proprio nel 2010, tratteggia in maniera quasi amabile ed affettuosa la figura di una sorta di "Gordon Gekko reloaded", mentre non mi è sembrato troppo in parte Shia LeBeouf, che, oltre ad offrire una prova troppo seriosa, presuntuosa e mai autoironica, paga anche un aspetto fisico da perenne pre-adolescente. Assolutamente insignificante (e nemmeno troppo graziosa) Carey Mulligan, più  convincente Josh Brolin, per l'ennesima volta negli ultimi tempi impiegato in un ruolo da villain, decisamente sapide le comparsate di Susan Sarandon e di Charlie Sheen, l'eroe Bud Fox del primo "Wall Street" che, ribaltando i ruoli, si fa intuire nel nuovo episodio che è ormai diventato un pescecane, esattamente come il Gordon Gekko che aveva fatto arrestare 23 anni prima. In definitiva, un film abbastanza gradevole ma senza grandi guizzi, interessante per qualsiasi appassionato di Oliver Stone e per qualsiasi cultore dell'invero ai tempi un po' sopravvalutato primo episodio: voto sufficiente.

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