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Arn. L'ultimo cavaliere

Regia di Peter Flinth vedi scheda film

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La recensione su Arn. L'ultimo cavaliere

di Maciknight
5 stelle

In realtà il titolo tradotto avrebbe dovuto essere “Arn il cavaliere templare”, se l’avessero tradotto fedelmente, ma si sa che in Italia amano cazzeggiare coi titoli, ed attribuirgli l’aggettivo “ultimo” probabilmente hanno reputato esercitare più fascino, anche se non ha alcun senso definire il protagonista del film ultimo cavaliere “templare” essendo la vicenda ambientata alla fine del XII secolo, ed i templari dissoltisi formalmente tra il 1307 ed il 1314

E’ stata la produzione più costosa di tutta la cinematografia scandinava (cui hanno partecipato tutti i paesi ex vichinghi compresi i finnici, ma in confronto alle produzioni made in Usa il budget è stato ridicolo. Certamente lo si capisce subito non essere un film americano, nessuna azione concitata e ritmo frenetico, il film scandinavo pare un ibrido tra un’opera teatrale e didascalica, uno spot pubblicitario, un documentario ed un film romantico per adolescenti.

Nelle intenzioni forse voleva essere un film d’avventura, ma manca il mordente, il vigore, l’inventiva, la vivacità.

Prevale su tutto la storia romantica di fondo, lenta e troppo semplificata, simile ad un’infinità di altre e senza alcuna distinzione significativa. Considerando che non è una biografia storica, ma una saga letteraria da cui hanno tratto il film era legittimo attendersi qualcosa di più

È raccontato come una fiaba per famiglie, i dialoghi sono semplificati all’estremo, modesti e con parecchi stereotipi intrisi di buonismo o cattivi sentimenti (soprattutto nel modo di proporre le gerarchie cattoliche, le suore del convento sembrano delle perfide carceriere), in alcuni tratti ricorda le vecchie produzioni di Walt Disney.

Le ambientazioni sono piuttosto belle, anche le ricostruzioni dei costumi e le scenografie storiche, pur senza sfarzo e magnificenza di mezzi, sono accettabili, decorose, ma le scene di guerra avrebbero potuto curarle maggiormente, a parte l’uso degli arcieri, soprattutto nella scena finale, per il resto hanno sorvolato e spesso risolto in dissolvenza le battaglie più significative. Alcune scene le hanno girate al rallentatore per dare forse un senso epico alle gesta del protagonista ed alla saga, ma l’esito è più simile ad uno spot pubblicitario. Non vi è nulla di epico nel film, non suscita alcun entusiasmo, è quello che si dice abitualmente “senza infamia ne lode”, non rivela nulla di nuovo o interessante e significativo, i sentimenti umani, vizi e valori e virtù (poche) sono rappresentate in modo elementare, semplificato ma a tratti efficacemente. Pochi concetti ma solidi, percepibili, come un film didattico per adolescenti. Un film di quelli che visto una volta non si ha il desiderio di rivederlo neppure dopo molti anni … Se è il massimo di quanto gli scandinavi sanno produrre a livello di film a sfondo storico medievale, fanno quasi rimpiangere gli americani e le loro americanate

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