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La bella gente

Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film

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La recensione su La bella gente

di supadany
7 stelle

La bella gente” (titolo emblematico come pochi altri) è un piccolo film italiano a cui è facile voler bene, un po’ per le sue disavventure distributive (invisibile da noi, uscito in Francia con buoni riscontri, valli a capire), un po’ perché non sceglie strade scontate, un po’ perché, seppur coi suoi limiti, è comunque realizzato con ordine e presenta una buona caratterizzazione dei personaggi fulcro della storia.

Alfredo (Antonio Catania) e Susanna (Monica Guerritore) si trasferiscono per le ferie in campagna dove ad attenderli ci sono gli amici di una vita Fabrizio (Giorgio Gobbi) e Paola (Iaia Forte).

Un giorno vedono Nadja (Victoria Larchenko), una giovane prostituta in difficoltà, e Susanna insiste per levarla dalla strada e portarla al sicuro nella loro abitazione.

All’inizio tutto sembra andare per il verso giusto, ma l’arrivo di Giulio (Elio Germano) e della sua fidanzata Flaminia (Myriam Catania) comincia ad incrinare le cose.

Susanna, l’unica a credere ciecamente in questo salvataggio, comincia infatti a vedere in Nadja un pericolo per le sue certezze famigliari.

 

 

Film coraggioso che presenta maschere sociali ben delineate, decifrate ed aderenti al mondo reale, e che sceglie un percorso chiaro, perdendo giusto un po’ di misura negli ultimi venti minuti.

Storia tessuta in maniera semplice, ma efficace, all’interno della quale basta davvero poco per incrinare anche chi crede di avere salde convinzioni (Susanna), mentre attorno regna la diffidenza, anche un po’ bigotta (gli amici Fabrizio e Paola) e poi c’è sempre chi di fronte all’occasione favorevole è disposto a giocare sporco (Giulio), per poi andarsene ottenuto ciò che voleva (ben fatta la scena dell’addio di Giulio che nemmeno ha il coraggio di dire a Nadja come stanno le cose).

Ho trovato molto riuscito anche il personaggio di Alfredo (molto umano pur sapendo benissimo come va il mondo), mentre il finale lascia tanti dubbi sui perché della vita (con quella porta che si chiude, come voler dire che la nuova piega delle cose è la migliore possibile per la famiglia) e sulle reali volontà sociali di un mondo dove tutti sono bravi a parole, ma poi quando vengono toccati da vicino cadono subito in difficoltà.

Film dunque destinato a dividere per quello che racconta (il salvataggio dalla strada di una giovane ragazza) e per come lo fa (speranza, facile rancore, coscienza destinata a dimenticare presto sono elementi presenti in rapida successione), senza proporre soluzioni indimenticabili, possiede comunque la coerenza e la determinazione per fornire al racconto la consistenza necessaria.

Peccato non abbia potuto avere il diritto alla visione (ne in sala, ne in dvd, uscito in Francia dove comunque il dvd non presenta la traccia audio italiana, alla faccia della globalizzazione), in ogni caso, senza avere aspettative incredibili, è un film che merita di essere visto e poi, nel bene e nel male, discusso.

 

Ivano De Matteo

Non mancano incertezze, ma pare avere le idee più chiare di tanti altri registi italiani (spesso più fortunati di lui ...) e riesce a creare un riquadro famigliare-sociale di tutto rispetto.

Antonio Catania

Bravo, tratteggia bene il suo personaggio, si muove con leggerezza, ma non per questo pare distante dalla dinamiche della storia, anzi.

Myriam Catania

Non male nel fare la "stronza" abituata ad avere tutto e subito ciò che vuole

Iaia Forte

Nobile cafona, ben rappresentata.

Elio Germano

Agile e scaltro, ha un buon personaggio, marginale ma comunque con un suo perchè (vedi la "fuga" sul finale doopo aver ottenuto ciò che voleva) e lui ci mette la personalità che certo non gli manca.

Giorgio Gobbi

Personaggio insopportabile, che comunque rende bene senza colpo ferire.

In scioltezza.

Monica Guerritore

Bel ruolo (dopo tanto tempo, almeno per chi scrive) completo di sfumature positive (all'inizio) e negative (in seguito) che affronta con professionalità e coinvolgimento personale.

Victoria Larchenko

Vittima ingenua di uno (lo sfruttatore) e dell'altro (la società).

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