Espandi menu
cerca
Paranormal Activity

Regia di Oren Peli vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ROTOTOM

ROTOTOM

Iscritto dal 15 ottobre 2004 Vai al suo profilo
  • Seguaci 117
  • Post 22
  • Recensioni 559
  • Playlist 311
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Paranormal Activity

di ROTOTOM
4 stelle

Lo strillo pubblicitario garantisce che Paranormal Activity è il film più redditizio  della storia. Secondo me no,  Gola Profonda è ancora di gran lunga in testa. E sempre di attività paranormali si trattava anche se la “possessione” avveniva in modo completamente diverso.
Di paranormale in Paranormal Activity c’è solo l’immenso culo di Oren Peli, regista israeliano che con una manciata di euro, una ragazzotta in sovrappeso e una telecamera digitale pare sia riuscito a inchiodare Steven Spielberg sul divano abbracciato tremante al suo orsacchiotto preferito.
In Italia il film ha beneficiato delle polemiche insorte dopo alcuni misteriosi casi  di “svenimenti”, “malori” e indefiniti stati d’ansia derivati dalla visione del film divenuto campione d’incassi proprio grazie agli strali gracidanti provenienti dello stagno dei censori che invece ne chiedevano la soppressione in quanto film “pericoloso”. La solita crociata di gente rispettabile che si prende la gravosa responsabilità di definire con scientifica arroganza cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Senza aver visto il film, soprattutto. Perché solo non vedendo il film si possono pensare cose simili. Paranormal Activity è di una mediocrità disarmante con un’idea di fondo simpatica: filmare a camera fissa ciò che accade di notte nella camera da letto di una ragazza vessata da uno spirito maligno. Capita l’idea tutto scivola verso il già visto. L’impianto stilistico è quello del moderno non-cinema dei Cloverfield (comunque un ottimo film), la deriva di [Rec], l’assurdo emetico di [Rec]2, ovvero riprese sfocate, grana digitale sabbiosa, delirium tremens che dona a tutta l’opera l’effetto mare mosso, un attento lavoro sul sonoro indispensabile per bilanciare la confusa visione ansiogena, un montaggio finto-amatoriale (in effetti Paranormal Activity è stato rimontato professionalmente dalla Paramount) che mima con scientifica precisione narrativa i tagli dello stop delle macchine digitali, “involontari” jump-cut necessari per rendere realistico l’impianto visivo. Porte che sbattono, coperte che sbuffano, vetri che si rompono, “gli oddìo oddìo!” che si perdono nel buio, i “cazzo cazzo!” che scandiscono i momenti de paura e che ridestano dall’abbiocco delle pause domestiche. La netta sensazione di essere stati presi per l’ennesima volta per i fondelli dal mefistofelico marchingegno del marketing. Può fare impressione? Si, come quando di sera la finestra del bagno a causa della corrente sbatte. C’è tensione? Si, bisogna concentrarsi però perché l’ossessiva ripresa in prima persona a volte risulta del tutto ingiustificata e non si risparmia, nonostante il budget risibile, ai cliché dei film horror così che la sospensione dell’incredulità va a farsi benedire. Almeno lei.  Tutto il film si gioca sulle sensazioni senza far vedere nulla, poiché non c’è proprio nulla da vedere, neppure il babau si vede, non viene fuori dalle tenebre che abita. Ha una dignità, almeno lui.

Sulla trama

-Pling plong……
-Chi è?
-Sono Steven
-Steven chi?
-Spielberg, Steven Spielberg
-Si, e io sono Marilyn Manson.
Pling plong….pling plong…..pling….
-Insomma…
-Sono Spielberg, davvero
-Ma che vuoi barbone, abbiamo problemi paranormali qui, mica cazzi
-Lo so e voglio comprarli
-Eh?
-Voi avete appena acquistato una telecamera digitale. Ho un contratto per cui chiunque acquisti quel tipo di macchina ha diritto di essere scoperto e lanciato nel magico mondo del cinema.
Mi raccomando però, roba per famiglie…
-….senta, ho questo problema paranormale in mezzo alle gambe, un demone ciclope calvo di 23 cm. Ho penetrato mia moglie, da dietro. Lei muggiva mentre la sbattevo e le strizzavo le tette – porta una quarta piena- e quando ha goduto ha detto “sono la tua troia”. Ho filmato tutto, può andare? Hehehehe…
-….thump!....
-Signore….che fa mi sviene? Vuoi vedere che era Spielberg davvero?
- Oddìo ….che orrore….ma cosa siete alieni?
-Rinviene… vuole entrare? Si sente male?
-Siete degli ET voi? Che pratiche fate sul vostro pianeta?
- Veramente sulla Terra lo fanno tutti, più o meno.
-Dissento, caro lei. La famiglia è scevra di cotanto animalismo. E’ pura, ella. E’ il centro dei valori che formano la grande nazione americana.
-E i bambini come nascono?
-Le cicogne, i cavoli. E per chi non ha camini o orti, le associazioni che si occupano di adozioni.
- …..ma…..
-Torniamo a noi, filmi qualcosa. Qui ci sono quindicimila dollari, una mia foto con dedica e un pacchetto di gomme. Se finisce le gomme, mi faccia sapere.
 
IL FILM
 LA CASA CHE C’E’ IL VENTO CHE SBATTE LE PORTE
 
C’è la corrente e la porta sbatte. Casca un quadro. Lei dice sbatte la porta diobono e il quadro della zia Eugenia che ci teneva tanto. Paura tanta paura, la canotta piena di tette si muove su e giù.
Nel buio qualcosa si muove, poi si ferma per venti minuti. Sonno. Uh, che sonno.
C’è aria fredda. Terrore. Lui si alza coraggioso con i boxer di flanella svuotati di culo, dal davanti qualcosa tristemente fa capolino.
Bisogna chiudere le finestre, in bagno, in fondo al corridoio, al buio.  Ma lui è là. Lui chi? L’entità. Ah. Beh, accendi la luce. Non si può.
Chi va? I fogli volano all’improvviso ( i fogli?...) e la porta sbatte a fa cadere un altro quadro, la foto del matrimonio con lei abbarbicata ad un platano. Lui con le scarpe nuove nel fango. Pioveva da 10 giorni.
Quanti ne abbiamo ancora prima della fine? Ancora due, la foto di mammà e la squadra di basket.  Vado io dice lui. Ciao.
Versi incontrollati, ruggiti da un altroquando demoniaco e un odore di inferno riemerso. Lui dice aiuto. Aiuto. Lei urla. Lui dice passami la carta. L’antico grimorio con le formule arcane per richiudere le porte dell’inferno? No la Foxy camomilla, che sono un po’ arrossato.
Sui muri segni di artigli color sangue rappreso. Non ti sei lavato le mani, maiale.
Fine.
Anzi no. Dobbiamo dire le frasi standard dei film horror. Quali? Cazzo cazzo. Oddìo oddìo. Ecco qui, finito.
Fine.
 
Il film incassa sei miliardi di dollari il primo giorno. La produzione di Spielberg sostanzialmente non cambia nulla dell’opera originaria, solo ritocca il montaggio e aggiunge un accenno di invasione aliena con la flotta imperiale che cala sul Sud America e lo polverizza con un raggio spaziale neutronico ma si salvano solo le famiglie regolarmente sposate che formeranno il nuovo mondo di pace e prosperità. Per il resto lascia tutto com’è. Ah, cala digitalmente da quattro volgari taglie ad una pia prima le tette di lei. Ma cosa non si fa per il pubblico.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati