Espandi menu
cerca
City of Violence

Regia di Seung-wan Ryoo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

AndreaVenuti

AndreaVenuti

Iscritto dal 29 dicembre 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 38
  • Post 36
  • Recensioni 622
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su City of Violence

di AndreaVenuti
8 stelle

The City of Violence è un gongfupian urbano del 2006 diretto da Ryoo Seung Wan, regista appartenente alla seconda New wave sud-coreana (la generazione dei cinefili).

Questo progetto è stato realizzato con un budget davvero esiguo per cui il regista ha effettuato precise scelte già a partire dal cast coinvolgendo molti suoi amici; fortunatamente per Ryoo Seung-wan questi soggetti sono anche grandi attori ed infatti troviamo Lee Beom-Soo (molto apprezato in patria e definito come «il piccolo gigante di Chungmuro»), Jung Doo Hong (anche lui artista marziale, nel film riveste i panni dell'ispettore Tae-Su) e poi il regista stesso (ottimo artista marziale, autodidatta).

Con questo film Ryoo Seug-wan rende omaggio in primis al cinema di Hong Hong degli anni 70, più precisamente alle pellicole dello studio dei fratelli Shaw e per estensione al regista Chang Cheh; lo si può intuire dal forte legame di fratellanza e amicizia tra i protagonisti, di conseguenza troviamo un omaggio anche a John Woo dal momento che il regista di Canton è stato un allievo di Chang Cheh.

 

Le citazione/omaggio però non si fermano ad Hong Kong, infatti in una scena Tae-Su e Seok-Hwan (Ryoo Seung-wan) dovranno affrontare contemporaneamente diverse gang, tutte con divise appariscenti e qui il richiamo a I Guerrieri della notte di Walter Hill è palese. Nel finale Ryoo cita pure Tarantino ed il suo Kill Bee vol.1 (a sua volta Tarantino aveva omaggiato il cinema  della shaw Brothers) 

Da un punto di vista tecnico Ryoo sfoggia una regia come sempre di alta classe e lo dimostra fin dalla scena iniziale dove troviamo un piano sequenza con macchia a spalla che riprende un tremendo pestaggio posto però in fuori campo (fuori campo d'impronta), genialatà del regista.

 

Il film è estremamente facinoroso e Ryoo opta per una rappresentazione della violenza molto carnale e fisica che si ricollega ad esempio al The Blade di Tsui Hark; inoltre troviamo delle improvvise esplosioni di violenza (un po' alla Kitano) in particolare modo da segnalare l'ira furiosa con cui Pil-Ho (Lee Beom-Soo) colpisce il suo socio con una specie di mazza richiamando  Al Capone/ De Niro) de The Untouchables di Brian de Palma.

 

Concludendo The city of Violence è un piccolo gioiello del genere, da vedere assolutamente.

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati