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Humpday - Un mercoledì da sballo

Regia di Lynn Shelton vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Humpday - Un mercoledì da sballo

di zombi
10 stelle

HUMP gobba, ma anche malinconia o sbattere una ragazza. questo dice il mio vocabolario sul termine hump. è stato uno di quei film, per me, preceduti da un'ansia di visione e da un'aura di leggenda che credevo proprio di doverlo recuperare in dvd. e invece, con calma, senza aver fretta, perchè la vita è anche saper aspettare e prendere le cose quando ti vengono date, grazie al solito edison di parma, eccolo, al posto dell'altrettanto acclamato LA NANA. la vita di una tranquilla ma affiatata copia viene scombussolata dal solito agente esterno dato come disperso. l'amico di college, quello che era più un prolungamento del tuo corpo piuttosto che un amico senza il quale si rischiava la morte per asfissia, fa improvvisamente ritorno alle due di notte, dopo che di comune accordo si è deciso di derogare all'indomani la scopatina. è una scena tenera e comica, perchè dopo qualche preliminare ad entrambi scappa da ridere e si dicono di essere troppo stanchi. cioè è una coppia collaudata, oltre a tutto quello che fa di una coppia, una coppia perfetta, anche un pò snobisticamente. e l'amicone gli si sfracella nel matrimonio un pò come un arereoplano in atterraggio d'emergenza. facendo un sacco di casino, e mandando tutti in stato confusionale. l'amicone è di quelle persone che si definiscono diversi per antonomasia. te lo dicono con affetto, senza che tu ti offenda per l'amor diddio, ma te lo dicono anche se ti intontiscono le cervella con le frasi fatte che intendono che tu oltre ad essere diverso, non riesci proprio a capire quello che lui vuole dire. quello che gira il mondo, che si installa in casa di una ragazza dove ogni sera c'è una festa raduno e si respira libertà. dove la libertà ti penetra a forza nei pori della pelle. e dove tra le tante cose dette, salta fuori il festival del porno amatoriale che si svolge proprio li a seattle. così salta in ballo la sfida di girare il porno definitivo, quello che porrà la parola fine a tutto quello che si potrà filmare, mostrare o dire in un porno: una scopata tra due maschi eterosessuali, amici. già il giorno dopo l'amico sposato deve affrontare la moglie, che oltre ad aspettarlo per una cenetta preparata apposta, lo aspettava anche per tentare per l'ennesima volta di rimanere incinta. insomma mica storielle. una scelta impegnativa nella vita. fare un figlio. invece da quella mattina lì marito e moglie si ritrovano a parlare della loro vita. di quello che li aspetterà d'ora in poi. che nulla è detto e niente è sottinteso, perchè ci sarà sempre qualcosa che l'altro non saprà. il confronto non lascia tanto spazio all'immaginazione. quello è il momento del confronto, una specie di duello in cui le intenzioni devono saltare fuori, o, fatte fuori. pasolinianamente il ritorno dell'amico li ha rimessi di fronte a loro stessi e alle loro più insignificanti esigenze. si erano involuti per una facciata di matrimonio. ricacciando allo stadio limbico tutte le cose che rendono leggendaria l'adolescenza: la prospettiva di "fare". come quando si dice quelle pulsioni appartengono all'adolescenza, e crescendo spariscono, è una cosa naturale. puoi farne a meno ma non è detto che sia naturale deriderle e rintanarle nella scatola con su il foglietto "cose del mio passato". e così l'idea e la sfida di scopare tra di loro, diventa la possibilità di dare veramente una svolta alla propria vita. di disfarsi degli scatoloni dei ricordi scomodi e renderli partecipi della nostra vita. svolta che non deve per forza voler dire cambiamento radicale, ma accettazione di se stesso a 360 gradi. e questo vale anche per l'ospite/elemento di ridiscussione. è stato elemento terroristico nella vita altrui e finalmente lo è diventato anche per se stesso. la donna ha le stesse colpe, ma più forza nel chiedere una verifica, prima che una vita nuova che nulla ha chiesto a nessuno venga concepita. ottimi i dialoghi recitati con entusiasmo e partecipazione totale da parte degli interpreti. 

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