Regia di Bruce Robinson vedi scheda film
Da dove cominciare? Da dove partire per recensire un film nel quale è sbagliato praticamente tutto?
Tutto tranne l’ambientazione, magnifico valore aggiunto. Ma aggiunto a cosa, in realtà? Al nulla.
La gravissima e imperdonabile carenza compromettente riguarda quel fattore che viene a ragione considerato come “lo scheletro di un film”, ovvero la sceneggiatura.
Non c’è un vero e proprio susseguirsi di eventi, non una trama che sia una, non uno sviluppo e neppure un punto di partenza dal quale questo ipotetico e inesistente sviluppo avrebbe potuto prender corpo.
Solo, come dicevo prima, l’insolita ed eccentrica ambientazione accompagnata dalla bellissima colonna sonora di Christopher Young.
Un film così inequivocabilmente vuoto e senza un perché non può che dare vita a personaggi la cui caratterizzazione sia blanda, superficiale e sterile.
Il protagonista perdutamente dedito all’alcol, il set esotico e l’immancabile presenza della femme fatale interpretata dalla sempre splendida Amber Heard non possono che far pensare a lampanti riferimenti al Noir. Ma ciò non basta. Anzi, il fatto di aver “scomodato” i canoni di un genere così alto e nobile può solo irritare e aumentare la certezza nello spettatore di trovarsi di fronte ad un’occasione potenzialmente sprecata.
Le deviazioni grottesche e le sequenze allucinatorie non fanno che dilatare la portata del disastro e aggiungere assurdità alla futilità del complesso.
Johnny Depp aggiunge un ulteriore tassello all’autodistruzione di una carriera che, recentemente, lo ha visto partecipe di film a dir poco trascurabili (“The Lone Ranger”) quando non addirittura obbrobriosi (“The Tourist”).
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