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L'amore e il sangue

Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amore e il sangue

di axe
8 stelle

Siamo in un qualche luogo dell'Europa Occidentale, all'inizio del XVI Secolo. Il nobile Arnolfini si avvale di una compagnia di mercenari, sotto il comando del capitano Hawkwood, per riappropriarsi con la forza di un borgo fortificato dal quale è stato cacciato. Per motivare la truppa, composta da gente violenta e volgare, promette libertà di saccheggio. Espugnato il borgo, tuttavia, ritira la parola data e comanda ad Hawkwood di scogliere la compagnia. Martin ed altri reduci si trovano a vagare per le campagne in cerca di cibo e ricchezze. S'imbattono in una comitiva nella quale è presente Agnese, promessa sposa di Stefan - figlio di Arnolfini - il quale tentenna di fronte alla sua sensualità, mostrando maggior interesse per la scienza (è conoscitore ed ammiratore di Leonardo Da Vinci). Martin rapisce Agnese e le fa violenza; ella intreccia con il capo mercenario un gioco di seduzione, ponendola in una posizione ambigua di fronte a Stefan, il quale, alla testa di una compagnia di soldati comandati ancora una volta da Hawkwood, giunge per salvarla alle porte di un castello entro le mura del quale la banda di Martin si è asserragliata, dopo averne ucciso i proprietari. Paul Verhoeven dirige un film d'ambientazione storica, il quale non dà un'immagine benevola di quell'epoca di fine medioevo. Violenza, sopraffazione, ingiustizia, superstizione, non lasciano scampo ai personaggi più deboli, per carattere, o impossibilità di difendersi. Il protagonista del racconto è il mercenario Martin, interpretato da Rutger Hauer. Svelto di mano e di cervello, Martin, "orfano" di Hawkwood, può prendere il comando della scalcinata compagnia di armati grazie all'aiuto di un cardinale, membro della truppa, molto improbabile come uomo di chiesa ma abile con le parole. Rinvenuta nel fango la statua di un qualche santo, egli convince la compagnia che ciò costituisca un segno del destino. Sarebbe San Martino, rappresentato nella statura, a definire via, sorti e guida dell'eterogenea congrega composta da uomini d'arme e prostitute. Violenza fine a sè stessa, stupri, saccheggi segnano il percorso del gruppo. Infliggere umiliazione e dolore al debole è un piacere comune; dunque, il capo mercenario rimane spiazzato dall'atteggiamento di Agnese. Ella sopporta quasi di buon grado la violenza che Martin le usa, nonostante l'uomo l'abbia strappata alla sua compagnia di nobili ed alla sorte di futura sposa di Stefan. Successivamente Agnese si propone a Martin come sua donna; il suo è di certo un atteggiamento ambiguo ed opportunista. Fa di necessità virtù, poichè comprende che per sopravvivere nella compagnia deve poter godere del favore del leader; ma è anche attratta da Martin. Allo stesso tempo, c'è spazio, nel suo cuore, per Stefan, uomo istruito e benestante, dotato di buon senso. L'"amore" del titolo è proabilmente per questo giovane e ciò che può garantire; benessere e protezione. Il "sangue" è un riferimento alla passione, all'irrazionalità, alla ferinità che la lega, indissolubilmente, al violento e rozzo, ma anche coraggioso e volitivo, Martin. L'improvvisato capopopolo è consapevole di tale ambiguità, ma non può sottrarsi al fascino di Agnes. I topoi dell'epoca sono ampiamente presenti, nel racconto. L'intera ricostruzione è quanto di più lontano possibile dal favolistico o dal romantico. Nonostante la narrazione sia accompagnata da musiche a tema "medievale" anche piuttosto allegre - ironia certamente voluta - tutto è intriso di sangue, violenza, stupri; i nobili sono per lo più vigliacchi ed imbroglioni. Chiunque sappia usare un'arma, lo fa, con cattiveria e, se può, vigliaccheria. Con l'esclusione di Stefan, i "sapienti" non spingono le loro menti oltre i limiti imposti da una concezione dogmatica della religione. Le donne sono vittime di violenza e, al tempo stesso, conniventi con la violenza. Agnese è interpretata da una sensuale, benchè acerba Jennifer Jason Leigh; altri personaggi di rilievo sono il cardinale (Ronald Lacey), la cui azione è un perfetto esempio di come la religione, ridotta a superstizione, possa contribuire al controllo delle masse; Hawkwood (Jack Thompson) anziano uomo d'armi in cerca di redenzione; Stefan (Tom Burlinson), un "paladino" scienziato; Arnolfini (Fernando Hillbeck); Celine (Susan Tyrrell), scarmigliata e volgare prostituta, la quale ambirebbe al ruolo di compagna di Martin, ma non può competere con Agnes. La figura di Celine è resa tragica dalla perdita del figlio al momento del parto. Nulla di cui dolersi per molto in un contesto così difficile. Molti tra gli elementi del film non hanno alcuna pretesa di realismo. Agnese accetta lo sconvolgimento della propria vita - da vergine e promessa sposa di un nobile a donna priva di pudore di un rozzo mercenario - senza perdere il sangue freddo. La peste colpisce ed uccide in poche ore. Stefan conosce e sfrutta il potere del fulmine. E c'è anche altro. Ho rilevato tutto ciò senza perdere gusto nella visione; immagino che sia stata una scelta precisa del regista "smitizzare", con una certa attenzione per dettagli scabrosi, il periodo del Rinascimento, con annessi e connessi, rapportando il tutto a dinamiche universali di opportunismo, contrapposizione tra ragione e istinto, tensione alla sopraffazione ed al dominio. Film piacevole - ha un buon ritmo - ed appassionante; richiede tuttavia una certa consapevolezza per essere apprezzato fino in fondo. Non è una favola, ne' una rappresentazione storica oggettiva. E' come il regista vede un "Rinascimento" ... che, nell'immaginario comune, potrebbe meglio essere assimilato ad un "Alto Medioevo" !

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