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Pranzo di ferragosto

Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film

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La recensione su Pranzo di ferragosto

di barabbovich
7 stelle

Giovanni è un uomo sulla sessantina che vive a Trastevere con la vecchia madre, una nobildonna decaduta che lo tiranneggia ripetutamente. Perennemente in bolletta, Giovanni non sa come fare per saldare i buffi con il padrone di casa, il quale gli propone l'azzeramento di una parte del debito in cambio dell'ospitalità all'anziana madre per il giorno di ferragosto. La richiesta si estende a quella di una zia, a cui si aggiunge anche la madre del medico di Giovanni, costretto così a passare i giorni intorno a ferragosto tra le bizze di quattro ottuagenarie impertinenti.
A sessant'anni Gianni di Gregorio, già co-sceneggiatore di film come Gomorra e Ospiti (entrambi firmati da Matteo Garrone, qui in veste di produttore), esordisce dietro la macchina da presa con un piccolo film minimalista (75 minuti appena), uno dei nipotini di quel grottesco alla vaccinara che iniziò trent'anni fa con Ecce bombo e che annovera tra i suoi proseliti film come Amore tossico (1983), L'imperatore di Roma (1988), Estate romana (2000), Cecilia (2001) e Chi nasce tondo… (2008). Nato da un episodio realmente accaduto al regista-sceneggiatore, Pranzo di ferragosto scruta con occhio leggero tra i clichè della terza età, indugia senza tanti complimenti sui segni inequivocabili del tempo che passa a suon di primi piani, testimonia con umorismo le piccole manie delle quattro cariatidi, adottando uno stile iperrealista servito dall'uso accorto della macchina a spalla.

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