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Parigi che dorme

Regia di René Clair vedi scheda film

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La recensione su Parigi che dorme

di OGM
8 stelle

L'opera prima di René Clair è un cortometraggio dal contenuto surreale, che ritrae una Parigi bloccata in un fermo immagine, con i suoi abitanti sprofondati nel sonno oppure come imbalsamati, sospesi a metà dei loro movimenti. In essa il guardiano della Tour Eiffel si aggira inizialmente come uno sbigottito visitatore in una sorta di museo delle cere a cielo aperto. Insieme ai passeggeri di un aereo appena atterrato – e, come lui, miracolosamente scampati al fenomeno di catalessi che ha colpito le persone al suolo – egli scoprirà il gusto di muoversi liberamente in una città inerte, di cui si può disporre a proprio piacimento: un'esperienza il cui rovescio è, però, il dramma di ritrovarsi soli in un mondo spento, che non diverte e non funziona più. "Parigi che dorme" è una favola novecentesca, dal risvolto fantascientifico un po' ingenuo, e dalla classica morale, che ammonisce sulla vanità del denaro mentre celebra l'amore che trionfa su ogni cosa.

Sulla trama

Grotteschi e comici gli effetti del "risveglio". Da vertigine le scene girate sui montanti della Tour Eiffel.

Su René Clair

La leva della macchina del professor Ixe, capace di arrestare o riavviare la vita di Parigi, è un'efficace rappresentazione della cinematografia, intesa sia come tecnica di ripresa e di proiezione, sia come azione governata dal regista. Ed è un modo per porre in luce l'essenza originaria del "cinema", inteso nel senso etimologico di "movimento"; attraverso la privazione di quest'ultimo, René Clair sembra voler ricordare allo spettatore che è solo grazie ad una magnifica invenzione tecnologica se l'immagine è uscita dalla goffa e innaturale rigidità della fotografia, ed ha iniziato a palpitare al ritmo dell'anima del mondo.

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