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Stuck

Regia di Stuart Gordon vedi scheda film

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La recensione su Stuck

di Jolly-Roger
7 stelle

Forse il voto che sto dando è altino, ma meritato, per diversi motivi.
Il primo motivo, è che il film è tratto da una storia vera. Nel 2001, un'infermiera, Chante Jawan Mallard, sotto effetto di stupefacenti, investì un barbone, che finì dritto dritto nel parabrezza dell'auto, restando incastrato. Ella non chiamò la polizia né un'ambulanza, ma guidò fino a casa col barbone incastrato, parcheggiò nel garage e abbandonò l'uomo (che avrebbe potuto essere salvato) ad agonizzare per chissà quanto. E, anzi, addirittura l'uomo è stato...ahem... "finito". Fu scoperta perchè ad una festa tra amici, probabilmente un po' brilla, rivelò l'accaduto ad un'amica, peraltro ridendo come nulla fosse.

 

Ora è in carcere, sconta 50 anni per omicidio e mancato soccorso. E ben le sta, ca.zzo.

Il secondo motivo, è che il film, ad un certo punto, abbandona i binari della storia vera, per inventarne un'altra, diversa: diventa la storia come tutti avrebbero voluto che realmente andasse, date le premesse di cui sopra. 

Altri motivi per un buon voto: ottime e credibili interpretazioni da parte degli attori, storia molto coinvolgente e anche una buona dose di critica sociale: sia contro la crisi, la burocrazia e l'inadeguatezza delle strutture lavorative (ad esempio i centri di collocamento) a causa delle quali uno può ritrovarsi, da un giorno all'altro, a passare da programmatore informatico a disoccupato ed infine a barbone.
Poi una bella dose di critica verso taluni comportamenti umani, o meglio: verso certe persone che hanno tali comportamenti: il cinismo, l'indifferenza, la mancanza di empatia e di solidarietà nei confronti degli altri.


Ci sono però anche dei buoni valori che vengono giustamente sottolineati nel film: il barbone nero, che aiuta il protagonista senza nulla chiedere in cambio. Oppure il bambino messicano, che, a dispetto di quanto dica il padre, ritiene che l'omertà sia sbagliata; egli rappresenta la speranza che le cose, anche nei quartieri più degradati, possano cambiare grazie alle nuove generazioni.

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