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Vuoti a rendere

Regia di Jan Sverak vedi scheda film

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La recensione su Vuoti a rendere

di Baliverna
8 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - E' un film leggero e lievemente umoristico, com'era tradizione nei cineasti cechi di alcuni decenni fa. Non a caso il protagonista (Zednek Sverak) e il regista fanno parte della vecchia guardia degli anni 70 e 80. Tuttavia il tempo è passato, e accanto all'umorismo e al tono lieve c'è non poco pessimismo (a partire dal titolo), anche se non acido e compiaciuto. La pellicola, più precisamente, è una riflessione sulla vita che punta su due aspetti particolari: la vecchiaia accompagnata ad un senso di inutilità e disillusione, e la difficoltà dell'amore di coppia. In particolare la sceneggiatura si sofferma sulla debolezza degli uomini, che molto difficilmente resistono alla tentazione di una donna in formato ciclone sessuale. La tentazione in questo senso è permanente, cioè dalla giovinezza alla vecchiaia. Se la moglie è giovane e bella si desidera un'altra che faccia impazzire a letto; se la moglie è vecchia si cerca la sventola per la sua giovinezza, ma forse essa a questo punto non è che un pretesto. Quello che attizza veramente, forse, è l'esperienza focosa ma occasionale, senza sacrifici e responsabilità.
Il rapporto tra il pensionato protagonista e la moglie non è privo di soddisfazione e direi anche di amore; sussiste pur sempre un rapporto consolidato e i ricordi di una vita assieme, nonostante tutto. Solo che quando le sirene cantano il marito proprio non resiste, e magari finisce per sfracellarsi sugli scogli. Accanto al suo, c'è l'esempio del cognato, che forse è il ritratto più "cattivo". Piantati moglie e figlio per una specie di ninfomane, ammette di non aver coraggio di andare a trovare il bambino, perché altrimenti gli si "spezzerebbe il cuore". E spezzare il vizio, piuttosto?
Va detto che anche la moglie in età avanzata è tentata da avventure mordi e fuggi, solo che forse ha un po' più di autodominio. Il viaggio in mongolfiera di lei col marito, comunque, è un momento dolce e romantico, ritratto per di più con bellissime riprese sugli splendidi scenari naturali cechi. Il breve idillio è simboleggiato dallo stesso pallone aerostatico, che permette un breve momento di astrazione dal mondo con tutte le sue tentazioni. La scena finale, infatti, fa vedere che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Complessivamente il film scorre gradevole, e riesce a stemperare il pessimismo con la leggerezza e l'umorismo. Ci si diverte anche un po' (molto indovinata la gag delle chiazze sul muro), ma alla fine si rimane con l'amaro in bocca.

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