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No Mercy for the Rude

Regia di Cheol-hie Park vedi scheda film

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La recensione su No Mercy for the Rude

di joseba
8 stelle

Il mandato: un uomo muto e senza nome, abile manipolatore di armi da taglio e golosissimo di frutti di mare, decide di diventare un killer per permettersi la costosa operazione alla lingua. La performance: con pugnalate al cuore, infilando la lama nel torace fino al manico, il killer colpisce le vittime designate. Ma a una condizione: che queste siano feccia. L'interferenza: all'improvviso nella vita solitaria del sicario fanno irruzione due personaggi che la scombussolano irrimediabilmente: una bellissima donna dai modi assai brutali e un ragazzino in disperata cerca d'affetto. Killer movie tra il grottesco e il caricaturale, "No Mercy For The Rude" è il film d'esordio di Park Chul-hee (già assistant director di registi importanti negli anni '80 e '90 quali Lee Jang-ho e Jang Sun-woo). Vincitore dell'Audience Award alla scorsa edizione del Far East Film Fest di Udine, il film di Park non brilla certo per originalità o fantasia (come la trama esplicita programmaticamente), ma ha dalla sua un'indubbia capacità di creare atmosfere e situazioni pregne di disperato romanticismo e pugnace fisicità. Mélo, sangue e disordinata coreografia della violenza triangolano con sicurezza dando a "No Mercy For The Rude" un passo tra l'elegante e il caracollante, non privo di un suo fascino bislacco. Di fatto il film punta moltissimo sulla caratterizzazione dei personaggi. Questi, benché tratteggiati sulla base di stereotipi (il killer solitario, la prostituta sentimentale, il ragazzino abbandonato), si arricchiscono di sfumature inedite marcando il film con le loro strampalate psicologie. Arricchisce infine il film un soundtrack di chiara matrice europeizzante, imperniato su uno struggentissimo bolero e su una versione altrettanto commovente di Anita Lane della nostra "Bella ciao". Interpretazioni semplicemente ineccepibili: Shin Ah-kyun (già protagonista di "Save the Green Planet") immalinconisce la sua figura di killer "wannabe cool" al punto giusto e Yoon Ji-hye sembra nata coi panni del maschiaccio addosso. Non una pellicola epocale, ma un noir/mélo/comedy pregevolmente confezionato. Anche se l'ombra di Park Chan-wook incombe minacciosa...

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