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I demoni di San Pietroburgo

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I demoni di San Pietroburgo

di tinodeluca
8 stelle

Giuliano Montaldo torna al cinema, dopo diciannove anni, per rendere omaggio ad uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi: Fjodor Mikhajlovic Dostojevskij.
Per raccontare la sua storia sceglie come spunto il romanzo Il giocatore, dettato in due mesi a Anna Grigorievna Snitkina e pubblicato nel 1866.

Sulla trama

Nel film, lo scrittore deve completare il romanzo in cinque giorni, altrimenti lo strozzino-editore, grazie al quale ha ripianato i debiti di gioco, diverrà proprietario dei diritti di tutte le opere che scriverà da quel momento in avanti. Questa parte del film ricorda in controluce le vicende di un altro artista visionario e talentuoso, che si trovava pressato e stressato dagli impegni contratti per consegnare la sua opera: Wolfgang Amadeus Mozart (Amadeus, di Milos Forman, 1984). Amadeus morirà prima di completare la sua opera. Fjodor, invece, dovrà completare la sua opera in tempo ed impedire che il gruppo di terroristi, che ha già ucciso in un attentato un parente dello zar, possa lanciare ancora le bombe durante il passaggio della carrozza di un altro membro imperiale. Fjodor ha ancora negli occhi e nella mente gli anni trascorsi da prigioniero politico, rinchiuso nella fortezza di Omsk in Siberia. E, pur non avendo mai professato la violenza come fine per affermare i principi socialisti che lo attiravano in età giovanile, oggi il maturo scrittore si preoccupa di convincere il gruppo di terroristi a non affermarsi con la violenza. Così, si mette alla ricerca di Aleksandra, che guida il gruppo del terrore, cercando di farla desistere dagli intenti criminosi e violenti. Dostojevskij, che soffriva di disturbi epilettici, giunto agli anni maturi della sua vita, vuole trasmettere l’insegnamento della ricerca su una libertà che sia frutto della mente, del desiderio e dell’animo, piuttosto che dell’uso della forza. Tra una crisi epilettica e l’altra, lo scrittore rivive i giorni dei lavori forzati, quelli dell’attentato e gli ultimi anni di vita. Dostojevskij è contrario alla soluzione violenta, ma in fondo, gli dirà Pavlovic – il capo della famigerata Terza Sezione di Polizia - “i vostri romanzi sembrano scritti contro i rivoluzionari, ma in realtà sono più incendiari dei proclami terroristici”. Perché gli scritti, si sa, infiammano gli animi ancor di più delle bombe. Frasi famose del film: “Quando scrivo rubo dalla vita. La vita è molto più ricca di ogni intrigo”. “Il vero a volte sembra inverosimile. Sono le invenzioni a renderlo verosimile”.

Sulla colonna sonora

Ennio Morricone è il più grande compositore vivente di colonne sonore. La sua è arte, da prendere o lasciare. Chi ha il coraggio di lasciare?

Su Giuliano Montaldo

Montaldo, torna al cinema dopo anni durante i quali la moglie lo ha più volte sentito nel sonno gridare “Motore” e ci torna con un film nel quale si parla di un uomo che è costretto dagli eventi a fare i conti con il proprio passato. Il proprio passato da grande, grandissimo regista, che affronta i temi più cari, quelli della follia del terrorismo, del problema delle scelte e del lungo travaglio che nasce in ciascuno di noi. Dove per "noi" si intende Dostojevskij e Giuliano Montaldo.

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