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Minatori e minori

Regia di Fulvio Wetzl vedi scheda film

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rozann971

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La recensione su Minatori e minori

di rozann971
8 stelle
Tutti conosciamo la storia del miracolo economico italiano, della grande crescita che ebbe il nostro paese dall’inizio degli anni 50 agli anni 60, con un aumento del prodotto interno lordo annuo che si aggirava intorno al 6%. Molti non sanno però che dietro a questo boom economico che portò l’Italia ad essere uno dei paesi più industrializzati al mondo, ci fu il sacrificio di tanti uomini che partirono dall’Italia lasciando le famiglie per andare a lavorare lontano. Molti di loro non ebbero la fortuna di tornare indietro. Mineurs è la storia mai raccontata di questi uomini. Come ci ricordano anche i titoli di testa, nel 1946 l’Italia e il Belgio firmano l’accordo di scambio minatori-carbone, in cui il Belgio si impegnava a vendere all’Italia 2500 tonnellate di carbone per ogni 1000 minatori inviati. I minatori che dalle parti più disparate della penisola partirono per le miniere belghe furono 50.000. Questo immane esodo permise al governo italiano di assicurare carbone alla nascente industria e di far diventare l’Italia una potenza economica.
Il film ci racconta la storia di uno di questi uomini e della sua famiglia. Ci troviamo nel 1961 nell’entroterra di un’Italia che non c’è più. E’ la storia, vista attraverso gli occhi dei bambini, di un ricongiungimento familiare, una madre ed un figlio che lasciata la terra natia intraprendono un lungo viaggio tra due mondi distanti tra di loro quali la Basilicata e le Fiandre, per raggiungere il capo famiglia impiegato nelle miniere belghe.
Il film è diviso in due parti; nella prima ci è mostrata dettagliatamente la vita che anima un piccolo paese lucano, dove la quotidianità è dettata da ritmi che si perdono nella notte dei tempi; nella seconda ci vengono mostrate le condizioni di lavoro dei minatori italiani in Belgio. La ricostruzione minuziosa non lascia nulla al caso, c’è una cura  maniacale dei particolari che va dall’oggettistica all’abbigliamento dei protagonisti, che attesta l’impressionante lavoro svolto sia dallo scenografo che dal costumista. Ciò permette allo spettatore di calarsi totalmente nell’atmosfera dell’epoca. La bravura di Weltz sta proprio nel saper rappresentare entrambi le realtà. 
Molto toccante è la parte dedicata al viaggio. Per molte di queste persone, che non erano mai uscite dai propri confini, il mondo appare nella sua varietà per la prima volta. Attraversare l’Italia le porta a contatto con dialetti ed accenti diversi, quello che a scuola era teoria diventava di fatto reale. Lontane dal proprio mondo queste persone subiscono anche l’onta dell’umiliazione, una volta varcati i confini nazionali sul treno che li porterà a destinazione.
Il Belgio non è lontano solo geograficamente ma anche culturalmente. Gli uomini qui impiegati che finalmente possono ricongiungersi ai propri cari, hanno riadattato la loro esistenza alle difficili condizioni di lavoro che ogni giorni li mette alla prova. Come il vivere in fatiscenti baracche senza letti e riscaldamenti, o con il rischio  di ammalarsi di silicosi per aver respirato troppa polvere nelle viscere della terra. In questo nuovo mondo i primi a riadattarsi saranno proprio i bambini protagonisti del film che attraverso la scuola e il gioco non avranno difficoltà a ricominciare una vita altrove.
Molto bravo e calato nel ruolo Franco Nero, che interpreta con intensa drammaticità un di questi minatori affiancato da un altrettanto brava Valeria Vaiano sua consorte nel film. 
Pellicola che va a compensare una pagina triste e poco conosciuta della storia moderna del nostro paese e che da giustizia a tutti quegli uomini che con il loro lavoro e in alcuni casi con il loro sacrificio lo hanno fatto crescere rendendolo migliore.
 
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