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Factory Girl

Regia di George Hickenlooper vedi scheda film

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La recensione su Factory Girl

di manuel88
8 stelle

Tra i tanti “miti” e attrici degli anni ’60 vi era anche Edie Sedgwick, ricca ereditiera, che a soli 26 anni diventa una delle più grandi icone della cultura pop degli anni ’60. Il film dell’abile documentarista George Hickenlooper si propone di indagare le fasi che precedettero l’autodistruzione di Edie, soprannominata dagli amici “Taxi”. Edie era una ragazza proveniente da una famiglia agiata, ma nonostante questo vive un’infanzia caratterizzata da abusi e infelicità. Il padre era un individuo sofferente di psicosi maniaco-depressiva e fobie, la madre una donna debole e priva di autorità. Edie viene molestata ripetutamente dal padre. Il fratello,alcolizzato già all’età di 15 anni, viene ricoverato in ospedale psichiatrico, dove ventiseienne si uccide impiccandosi. L’altro fratello Bobby, sofferente anche lui di problemi psichiatrici muore in bicicletta travolto da un autobus. Edie comincia a far uso di droghe, per lo più anfetamine. Dopo che nel 1962 viene diagnosticato ad Edie una forma di anoressia, si trasferisce all’Università di Cambridge per studiare scultura Il 1964 Edie si trasferisce a New York alla ricerca di fortuna e l’incontro con l’artista pop del momento Andy Wharol influenza negativamente tutta la sua breve vita. Dopo aver notato Edie ad una mostra, Wharol la invita a far parte della “factory”, un ritrovo al chiuso per esprimere la propria arte. Qui, Andy realizza i suoi quadri e gira i suoi film, considerati dalla maggior parte dei critici semplice pornografia. Andy è colpito da Edie per la sua bellezza, dalla sua carica sensuale, dal suo magnetismo e dalla sua innocenza e la vuole perciò a tutti i costi al suo fianco come “musa”,come simbolo di ispirazione per esprimere la propria discussa arte. Edie lega fin da subito con l’uomo, che le promette ciò che non ha mai avuto e ciò che auspica di avere, cioè l’amore, la comprensione, il successo e i soldi. L’incontro con la rockstar del momento Bob Dylan segna un allontanamento di Edie da Wharol. Edie si innamora perdutamente del ribelle cantautore. Quest’ultimo fa di tutto per convincere Edie a staccarsi da Wharol credendo che lei sia solo un mezzo per raggiungere i suoi scopi. Così Edie finisce per perdere Dylan. Andy Wharol, offeso e deluso dal comportamento della ragazza nei suoi confronti l’abbandona, lasciandola in mezzo alla strada senza un soldo e senza un sostegno della famiglia. Edie è solo una ragazza che vuole dalla vita ciò che non ha mai avuto, e usa il suo fascino e il proprio talento per ottenere ciò che vuole. Un po’ come Marilyn Monroe. E’ un bel film, che mostra chiaramente la trasgressione degli anni ’60, le devastanti conseguenze provocate da essa e i motivi che possono portare una ragazza all’autodistruzione. Sienna Miller è davvero brava nell’interpretare un ruolo impegnativo come quello di Edie, costretta più volte a girare scene di nudo. Sorprendente anche l’interpretazione di Guy Pearce nel ruolo di Andy Wharol e l’intero cast formato per lo più da giovani stelle come Hayden Christensen, Mena Suvari e Mary Kate Olsen.

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