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Dottie Gets Spanked

Regia di Todd Haynes vedi scheda film

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La recensione su Dottie Gets Spanked

di OGM
8 stelle

Nella mente infantile realtà, fantasia e incubo si mescolano. Il bambino tende la mano verso l’inestricabile mondo degli adulti cercando appigli in quelle parti che riconosce come sue: e così la sculacciata inflitta sul set a Dottie Frank, eroina delle sitcom, offre al piccolo Steven un'eccezionale chiave di accesso  al magico universo della tv. Una donna che, davanti alle telecamere, viene trattata come una bambina, accende la sua immaginazione, e allo stesso tempo lo disorienta, facendo crescere improvvisamente la sua capacità di immedesimarsi in un personaggio maturo,  e quindi di appropriarsi, almeno in parte, della sua vita, vera o finta, diventandone, rispettivamente, il re ed il regista. Tale desiderio di diventare grande per poter comandare lo pone, però, in rivalità con gli adulti, di fronte ai quali diviene geloso dei propri segreti, delle esperienze che considera parte di una sfera intima inviolabile. Egli seppellisce in giardino il suo particolarissimo ritratto dell’attrice come un adolescente nasconde il diario in un cassetto chiuso a chiave. Il trauma, per lui, è scoprire che le sue passioni più importanti sono, allo stesso tempo, i suoi punti deboli, dove basta che gli altri posino un dito per farlo stare male. Steven soffre nell’accorgersi che ciò che sente suo, che crede di avere meritatamente conquistato con una straordinaria dedizione pratica e mentale, non può essere di sua esclusiva proprietà e, soprattutto, gli può essere facilmente tolto. Maturare significa confrontarsi con i dolorosi limiti imposti all’ego dall’ambiente circostante; ma questi limiti sono assenti nell’astratta dimensione della tv, che è una finestra aperta su un universo i cui confini non si possono né vedere né toccare, e i cui abitanti sono solo figure piatte e distanti, anziché presenze fisiche a tutto tondo, capaci di insidiare lo spazio vitale di chi  guarda. Il gioco solitario, senza concorrenti, può essere gratificante, però inebria l’io di strapotere e lo rende inadeguato al vivere sociale: il dominatore del regno vuoto, o popolato di fantasmi, non è infatti preparato contro i dissidenti e gli invasori.

Con questo mediometraggio,  Todd Haynes ci propone l’horror insito nella crescita morale e intellettuale: un processo periglioso in cui il sogno placido e innocente convive tumultuosamente con l’incubo drammatico di dovervi definitivamente rinunciare.

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