Espandi menu
cerca
Havoc - Fuori controllo

Regia di Barbara Kopple vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 242
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Havoc - Fuori controllo

di FilmTv Rivista
4 stelle

Sorprende un po' che Barbara Kopple, nota documentarista (My Generation, ma il suo Harlan County U.S.A. resta seminale), sia stata coinvolta in questa operazione, scritta dallo sceneggiatore di Traffic, Stephen Gaghan, su un soggetto di Jessica Kaplan, morta a 24 anni in un incidente aereo. E guarda caso i minuti migliori di Havoc - Fuori controllo riguardano proprio gli sguardi rubati e consapevoli di un paio di mondi impossibili ma possibili, vicini e lontani, tra la Los Angeles dei giovani ricchi e annoiati e quella East dei latino-americani, dove si batte, si spaccia e si muore. O perlomeno è ciò che vuole lo stereotipo: al quale i ragazzi protagonisti credono ciecamente, così li hanno educati (genitori, scuola), così dev'essere per chi è alla ricerca di qualche brivido. Niente di meglio dunque che recarsi tra gli homey, chiedere di essere ammessi nella banda, abbandonare la finzione e la "costruzione" (i bianchi che fanno i "nigga") ed entrare nella vita vera, quella dei tatuaggi sul corpo, degli «Yo, bitch!» e del turgore fisico eccitante. Ma, lo sappiamo, a giocare col fuoco ci si scotta: e le due sceme Allison e Emily si bruciano non poco. Impossibilità di sconfinamento geografico-culturale, gioventù bruciata, solitudine senza pari né fine, mito del bel e poco buon selvaggio (sesso compreso, anzi sopra qualsiasi cosa), inevitabilità della violenza, padri e madri assenti, razze inconciliabili, melting pot fuori sincrono: in Havoc c'è di tutto, ma è tutto così vecchio, retorico, banale. La drammaturgia è quella di un telefilm a caso (e non di buon livello), la morale non si discosta dai delinquent movies dei Fifties. E i cliché, il cui uso la Kopple vorrebbe "interno" e intelligente, quasi contro, restano cliché e basta. Anne Hathaway, la futura donnetta acqua e sapone di Il diavolo veste Prada (Havoc ha ormai più di due anni sulle spalle), è disinibita ma si ferma alle tette; mentre il Federico di Six Feet Under (Freddy Rodríguez) è bello pompato. Torna a farsi vedere Laura San Giacomo: per il ruolo che ha, poteva starsene a casa.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 33 del 2007

Autore: Pier Maria Bocchi

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati