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Benilde o la Vergine Madre

Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film

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La recensione su Benilde o la Vergine Madre

di luisasalvi
6 stelle

Difficile in genere, e tanto più per registi come Oliveira, commentare un film tratto da un’opera teatrale. Il tema della fede, del miracolo, del rapporto fra scienza e fede, è spesso visto da Oliveira, come da Claudel (cui il regista si è ispirato esplicitamente almeno per Le soulier de satin) in modi oscuri, ossessivi, quasi morbosi, che possono ricordare Dies Irae di Dreyer. Ma, al contrario di Dreyer, questo non mi convince; si trascina per più di mezz’ora sul “sospetto”, che chi lo prova non osa esprimere e gli altri non riescono a intuire, che la ragazza stralunata, visionaria, sonnambula, pensate un poco, sia incinta. Capisco che questo è il dramma teatrale originario, ma il regista non è obbligato a prenderlo alla lettera e se lo fa se ne assume la responsabilità... Poi si cincischiano tutti in prevedibili azioni e reazioni, appena variate, riprese e ripetute, fino alla radicale variante finale in cui Benilde non trova di meglio che comunicare di aver saputo dalle solite voci che lei sta per morire, e l’allontanarsi finale della cinepresa sembra suggerire che stia già morendo; come a dire che le bastava tacere ancora per un’ora e tutto si sarebbe risolto senza drammi per gli altri, ma anche senza il dramma e il film per il pubblico: il massimo dell’artificio, forse interpretabile come denuncia della falsità e dell’artificiosità dei problemi proposti? Ho visto belle pagine di Oliveira, soprattutto in documentari sul Douro, ma anche qui, dove tuttavia resta l’impressione di una artificiosità fredda e compiaciuta, mentre non vedo il tono sarcastico o beffardo che altri vi hanno entusiasticamente letto e che solo a tratti è parso anche a me  di poter riconoscere. Eppure questa può essere l’unica chiave per apprezzare il film.

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