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Bath-Man dal pianeta Eros

Regia di Antonio D'Agostino vedi scheda film

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La recensione su Bath-Man dal pianeta Eros

di undying
2 stelle

Uno dei primi hard - in assoluto prima parodia spinta di un supereroe - di origine italiana. Scritto e diretto da Antonio D'Agostino, regista che debutta con Eva Robin's (La cerimonia dei sensi, Eva man) per poi finire, e restare fedele, al porno sino al termine della carriera.

 

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New York. Dal pianeta Eros in passato sono giunti sulla Terra Bathman (Manlio Cersosimo) e Bathbaby (Nadine Roussial): supereroi al servizio della giustizia. I due si prodigano in imprese tipo: soccorrere una ragazza (Sabrina Mastrolorenzi) da abuso sessuale pilotato dal Poker (sic!); correre in aiuto di un commissario, assalito sessualmente da Catwoman e compagne; tentare di arginare lo stupro (in verità molto gradito dalla vittima) progettato dal Pinguino ai danni della moglie del commissario (Guia Lauri Filzi), donna intenta a rendere meno dura la mancanza del marito utilizzando, come surrogato del pene assente, grossi cetrioli.

Mentre i due sono alle prese con questi malvagi e perversi criminali, da Eros il sovrano del pianeta osserva con disappunto. Bathman in realtà un tempo era noto come Eroticon, una possente macchina sessuale in grado di stremare 72 donne senza sosta. Ed ora invece, pensa tra sé e sé il sovrano mentre osserva da remoto Bathman indossare la maschera e i guanti da supereroe, "guarda che farlocco.... si crede bello, così combinato". Bathbaby si chiamava invece Klito Bell ed era "veramente insuperabile... sempre in calore!

In breve viene deciso di porre rimedio alla frigidità dei due supereroi. Entra così in scena Elios, un robot non propriamente intelligente, inviato sulla Terra con il compito di convertire di nuovo alla pratica sessuale più sfrenata sia Bathman che Bathbaby.

 

"Siamo a New York, Stati Uniti. Una delle più grandi e moderne città del globo terrestre. Una città in cui, il bene e il male, convivono e si mischiano. Dove la morte è sempre in agguato e la giustizia è costretta a combattere una battaglia senza tregua, senza esclusione di colpi..." (Voce narrante dopo i titoli di testa)

 

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Il povero Cersosimo nei panni di Bathman (o Eroticon)

 

Parodia a luce rossa del celebre supereroe, girata senza mezzi e senza idee con un cast d'attori (per modo di dire) da porno della prima ora. Già perché siamo nel 1982, ovvero ai primordi del genere hard italiano (Sesso nero di Joe D'Amato - considerato il primo esemplare - è uscito nelle sale nel 1980). In quegli anni una manciata di intrepidi cineasti e (spesso anche) produttori, invogliati da facili guadagni, decide di operare nell'anonimato garantito da un soprannome di circostanza (solitamente americaneggiante). Con quattro attrici (probabilmente molte di loro già professioniste del sesso a pagamento), un po' di pellicola e due giorni di ripresa qualcuno decide di realizzare un film di sicuro ritorno economico. Questo qualcuno appare sulla scena del cinema osè come Richard Bennet, in realtà Antonio D'Agostino, regista che aveva esordito con due titoli interessanti, ma non hard: La cerimonia dei sensi (1979) ed Eva man (1980), entrambi interpretati da Eva Robin's. Restano gli unici, perché il terzo lavoro (Fashion Movie, 1981) è gia un porno. E così saranno praticamente tutti i successivi, per un totale (secondo l'imdb) di 26 titoli (l'ultimo, realizzato direttamente in video nel 1995, è Dominadora). Tornando a Bathman dal pianeta Eros, distribuito poi molti anni dopo in VHS come Klito-Bell, D'Agostino scrive una sceneggiatura che vorrebbe essere ironica, come lascia intendere anche la colonna sonora (opera del bravo Ubaldo Continiello) dal taglio di "commedia sexy". Ma le battute sono fredde, glaciali quasi, e i protagonisti terribilmente disinteressati [resta una tra le più brutte interpretazioni di Cersosimo (1939 - 2018), per nulla disprezzabile anche come attore in altre circostanze].

 

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L'androide Elios sta per essere inviato sulla Terra, con il compito di rincitrullire Bathman e Bathbaby

 

Nessuno sul set ci crede o prende sul serio quel che sta facendo: i costumi sono puramente carnevaleschi, i set deprimenti (con bandiere americane attaccate ai muri, per giustificare l'ambientazione newyorchese) e il doppiaggio terribile (da quando negli USA parlano con inflessioni dialettali, o in romanesco?). Dovrebbe forse far ridere vedere Cersosimo - agghindato nella tuta di Bathman - pedalare su una mini bicicletta, come fosse un disabile, lungo un prato? Come commedia, non funziona affatto. E quanto ad erotismo, il film eccita non più di un cazzotto ricevuto tra capo e collo. Perché D'Agostino riesce a rendere poco (o per nulla) sensuale persino Sabrina Mastrolorenzi (la protagonista de Il nano erotico di Cavallone).

 

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"Guarda che farlocco.... si crede bello, così combinato." (citazione dal film)

 

Per la sua stravaganza, in quanto parodia di un celebre supereroe, è diventato famoso ma a differenza di molti porno d'epoca che erano prima di tutto film, Bathman dal pianeta Eros anticipa la tendenza del cinema hard post 2000: dove quel che conta è mettere in mostra, con ingrandimento a tutto schermo, dettagli anatomici con close up di penetrazione. La povertà che regna sul set si estende a ogni settore (con l'unica eccezione della colonna sonora), e così anche il montaggio mostra tutti i limiti della misera operazione. Qualche immagine d'archivio di New York all'inizio, e una sul ponte di Brooklyn alla fine, testimoniano la scarsità di mezzi con cui D'Agostino ha avuto a che fare. Perché qui il motto, e il fine al tempo stesso, del regista deve essere stato uno e soltanto uno: "poca spesa e tanta resa!"

 

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Saremo (pietosamente) famosi... in America!

 

"I supereroi rappresentano in qualche modo la parte migliore o peggiore di noi stessi. Possiamo considerarli la versione pop della mitologia greca." (Clark Gregg)

 

Primi minuti... di Bathman dal pianeta Eros

 

F.P. 24/11/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 77'50")

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