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L'immorale

Regia di Pietro Germi vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su L'immorale

di alan smithee
7 stelle

Il maestro di violino Sergio Masini (Ugo Tognazzi) conduce una ordinaria ed organizzata vita da bigamo ormai da anni, avendo due moglie, due figli da ciascuna di loro due, approfittando della sua vita errante tra un concerto e l'altro, per "entrare con un piede in due scarpe", amando entrambe le partners, per non parlare dei rispettivi figli, e contando sulla complicità della seconda moglie nel poter organizzarsi ed essere un padre presente per entrambe le famiglie.
Raccontando la sua vita caotica e sempre sul filo del rasoio ad un prete scettico, se non proprio scandalizzato, l'uomo inizierà a parargli anche della sua ultima fiamma, la giovane e bella Marisa (Stefania Sandrelli), che, a differenza della seconda moglie, non riuscirà proprio ad accettare questo stile di vita che le richiede di dividersi con le altre, fino a complicare ulteriormente la situazione, che precipiterà col decesso del nostro poligamo, incapace di reggere la tensione e il ritmo di un ménage divenuto davvero ingestibile. 

Da sempre particolrmente sensibile e predisposto a trattare i temi scottanti inerenti la difficoltà di gestione delle sfaccettature familiari, Pietro Germi, coadiuvato in sede di scrittura da validi sceneggiatori come Alfredo Giannetti, Tullio Pinelli e Carlo Bernari, dirige un film semiserio che tenta di portarsi dalla parte del bigamo che, confessando le sue emozioni di marito e padre plurimo, si racconta senza vergogna, anzi ostentando un certo orgoglio per la capacità, non senza tribolazioni ed imprevisti, di saper gestire l'impossibile anche in un crescendo di complicazioni giustificate da un amore paritetico ed assoluto dell'uomo per le sue donne, e per i relativi figli, senza i quali egli non può vivere, e di fronte ai quali non riesce a poter scegliere di sacrificarne alcuni per dirigersi verso altri.

Perfetto Ugo Tognazzi nei panni del concitato e inarrestabile Masini, mentre Stefania Sandrelli aggiunge alla sua premiata carriera un altro personaggio fondamentale, come solo il regista genovese sapeva riservarle.
Nel ruolo della moglie "originale", riconosciamo l'algida ed indimenticata telefonista René Longarini, eletta a "sua soavità" ai tempi della trasmissione Portobello dal suo pigmalione Enzo Tortora.
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