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Hellbound: Hellraiser II. Prigionieri dell'inferno

Regia di Tony Randel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hellbound: Hellraiser II. Prigionieri dell'inferno

di axe
6 stelle

Subito dopo la sanguinosa tragedia che ha concluso "Hellraiser", Kristy, la protagonista del prequel, è rinchiusa all'interno di un ospedale psichiatrico, a disposizione del dottor Channard, il quale conduce operazioni sul cervello umano e da tempo studia i "puzzle tridimensionali" in grado di aprire le porte con il non-luogo - in questo film, è l'inferno - dal quale giungono i Supplizianti. Channard utilizza le informazioni di Kristy per ridar vita alla malvagia Julia, ma è visto dall'assistente Kyle, il quale libera la giovane e la conduce presso la magione dello psichiatra, nella quale si aprono le "porte dell'inferno". Qui lo stesso Channard è trasformato in Suppliziante. Un film dell'orrore che considero riuscito a metà, poichè tenta di chiudere, senza che ve ne fosse una vera necessità e comunque senza successo, questioni rimaste aperte a conclusione dell'episodio precedente; nell'affannarsi in ciò, lo sceneggiatore rinunzia ad inserire contenuti innovativi, riproponendo dinamiche già viste. Ciò che non manca sono le sequenze splatter, proposte a ritmo continuo, quasi a compensazione di altri vuoti. Ho trovato comunque interessante la seconda parte del film, nella quale è fatta rappresentazione dell'inferno come un immenso labirinto popolato di fantasmi, che rappresentano ossessioni, rimorsi, emozioni della vita passata di ciascuno. Anche la metamorfosi di Channard è evocativa e ricca di simboli. L'uomo, ossessionato dai deliri di onnipotenza di chi sa di avere, quale medico, in mano la vita delle persone, finisce per essere di fatto manovrato da un immenso tentacolo innestato dietro il proprio cranio, ed aggredisce tramite mostruosi arti, ibridi di tessuto organico e strumenti di taglio da laboratorio. Come nel precedente film, i sobbalzi sono pochi; il film, seppur confusamente, porta avanti la saga dei "cenobiti" - Pinhead, però, appare meno - qualificandosi come un fantasy macabro e trucido. Nulla da dire circa la recitazione; note positive per effetti speciali, atmosfere malate e misteriose, colonna sonora; ciò mi porta a dare un voto di sufficienza ad un'opera che consiglierei, tuttavia, solo agli amanti del genere.

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