Regia di Marcus Nispel vedi scheda film
Costosissimo remake hollywoodiano del (buon) film norvegese anni '80 “L'arciere di ghiaccio“. Marcus Nispel ne mette in scena una versione ingiustificatamente gore fotografata peraltro in maniera improponibile. Da evitare a tutti i costi.
Sorta di remake di “Ofelas” (“L'arciere di ghiaccio” in italiano), film norvegese degli anni '80 diretto da Nils Gaup che metteva in scena un'antichissima leggenda lappone. Qui al timone c'è Marcus Nispel, Tedeschino MTV specializzato in pessimi remakes. In questo caso una storia assai bella e avvincente viene banalizzata, con personaggi dallo spessore psicologico di pali di scopa, e ridotta a un go-go di scene gore, tanto che sembra d'essere a un festival di amputazioni, decapitazioni, squartamenti, torture e smembramenti. Tutto peraltro assolutamente gratuito e per di più ripreso da una telecamera in preda a una crisi epilettica lunga 100 minuti. E se a questo aggiungiamo la solita storia d'amore idiota e una fotografia improponibile, così nebulosa, opaca e fangosa, e decolorata manco fosse opera di una shampista, allora il quadro diventa proprio deprimente. Non serve far menzione poi dell'immagine distorta che si da del popolo vichingo, rappresentato come una orda di sadici, luridi torturatori. Il ruolo principale è per Karl Urban, noto fino ad allora (ma anche dopo di allora, in effetti) solo per aver interpretato Eomer nella trilogia del Signore degli anelli. Unica buona notizia, il fatto che al botteghino è stato un flop, con 30 milioni incassati a fronte dei 45 spesi (male). Ma davvero esiste qualcuno che riesce a considerare cinema cosacce del genere? Davvero a Hollywood non trovano autori più capaci cui mettere in mano un budget tanto ingente?
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