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A Dirty Shame

Regia di John Waters vedi scheda film

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La recensione su A Dirty Shame

di Mulligan71
7 stelle

John Waters sta al Cinema come Robert Crumb sta al fumetto. Tutti e due sono fautori di un'arte dissacrante, libera, di una contro cultura che ha caratterizzato soprattutto l'ambiente underground americano degli anni settanta. E tutti e due, soprattutto Waters, impegnati in battaglie gioiose sulla libertà sessuale, vista come libertà, prima di tutto, dell'individuo medio americano. Questa sporca vergogna, "A Dirty Shame", è l'ultimo capitolo cinematografico del geniale regista di Baltimora: siamo nel 2004 e da allora, il silenzio. La trama, qui, ha poca importanza, è qualcosa che si muove fra il non sense dei Monty Python e le grandi tette della Troma, dove tutti gli attori si muovono come in un grande musical freak, lungo un'unica strada, Hartford street, proprio a Baltimora, la sua città natale. Una comunità sessuofobica, chiamata dei "neutri", viene, per cause ancestrali e per casuali botte in testa, "infettata" dagli erotomani, che come gioiosi zombie del sesso, tramutano le persone in divertenti e dissacranti ninfomani, ognuno, e qui sta il messaggio più importante, diverso, sia per gusti sessuali che per i meccanismi scatenanti dell'eccitazione. Nonostante il tema sia trattato esplicitamente, Waters combatte da sempre l'ipocrisia dei finti timorati da Dio, il film è un gustosissimo e irriverente ritratto pop, senza la benché minima volgarità. Una strepitosa colonna rock'n'roll anni cinquanta fa da corollario alle peripezie fra il demenziale e la genialità di questo gruppo d'attori, che sono fra i primi a divertirsi. E' curioso vedere un cantante come Chris Isaak, dibattersi fra amanti del cunnilingus e feticisti vari, fra difensori della decenza e le enormi (finte) tette di Selma Blair. In una piccola parte, divertentissima, appare anche David Hasselhoff. I dialoghi sono fra le cose più divertenti e presto il film scivola nell'anarchia e nell'orgia, dove il messaggio è "let's have sex!", in una spirale di assoluta libertà, che travolge tutti, alberi compresi. Il film non è un capolavoro, ma è una bomba di libertà, pazzia e sesso, gettata nelle grigie stanze dei frustrati. Avercene!

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