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Dahmer

Regia di David Jacobson vedi scheda film

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La recensione su Dahmer

di arkin
8 stelle

Biografia del celebre serial killer Jeffrey Dahmer che, ci crediate o meno, contiene molti elementi reali che potrebbero sembrare "esagerazioni narrative"(la vittima col buco in testa riportata a casa da Dahmer accompagnato dalla polizia ne è un esempio)e che ci fanno venire seri dubbi circa la sanità mentale del resto del mondo "fuori"dal sopracitato killer.
Il regista Jacobson non si concentra in modo esagerato sui dettagli macabri, nè ci propina l'ennesimo thriller(questo in effetti non è un thriller) sopra le righe, ma mostra invece un certo coraggio nel tentare di "capire"la mente di Dahmer(per quanto sia possibile), mostrandoci un inquietante quanto assiduo infiltrarsi di dettagli mostruosi all'interno della realtà quotidiana, tutti coerenti(ma non per questo meno terribili)con le pulsioni e i desideri del serial killer, accompagnandoci all'interno di un viaggio che di certo(speriamo) non coinvolge in modo intimo, ma riesce a farci percepire un "barlume"dell'inferno che una mente come quella di Dahmer doveva portarsi dentro. Un risultato, questo, molto più apprezzabile, infido e spaventoso della paura generata da qualche macabro omicidio sopra le righe, o da qualche (esteriore)esposizione di nefandezze. 
Il film acquista poi anche più valore grazie all'interpretazione di Jeremy Renner, qui quasi agli esordi, che riesce a districarsi in un labirinto di emozioni estreme in modo eccezionale, presentandoci per una volta un mostro dal volto umano, e non una "disumana evocazione del male": il dolore, la rabbia, e persino il pianto di Dahmer "chiedono" al pubblico una partecipazione empatica che rende anche più terrificante l'essenza dell'assassino, con il quale di certo non arriviamo a simpatizzare, ma che disturba profondamente proprio perchè vissuto come "persona".  
Un'interpretazione davvero generosa, da grande attore, capace di non fermarsi  davanti all'esplorazione delle parti più oscure e scomode della mente umana, e capace quindi di restituire al personaggio una dimensione reale che è molto più disturbante di quella sopra le righe di tanti colleghi(pur nel rispetto della sua grandiosità, anche quella del Lecter di Hopkins). 
Un film lento, poco usuale, ma non per questo meno interessante. 

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