Regia di David Jacobson vedi scheda film
Come può ben evincere, dal titolo, un appassionato di cronaca nera, siamo alle prese con l'ennesima trasposizione cinematografica della vita di un serial killer realmente esistito. Il film è strutturato su di una sceneggiatura montata in modo schizofrenico e sconclusionato (non ho mai visto uno sviluppo del soggetto così contorto). Sembra quasi che lo sceneggiatore (che è il regista stesso) abbia vouto giocare a fare Quentin Tarantino, con il fine di rendere più briosa la narrazione. La trovata, tuttavia, è stata a dir poco infelice. Enorme la quantità di flashback, addirittura messi in modo tale da susseguirsi l'uno sull'altro. Ne deriva lo smarrimento più totale dello spettatore, abbandonato nella più cieca confusione al punto da non comprendere la successione temporale degli avvenimenti.
Peraltro, chi non conosce i fatti di cronaca, a fine film, comprenderà poco nulla (giusto che siamo davanti a un gay che uccide uomini dopo averli narcotizzati)
Grossi difetti anche dal punto di vista contenutistico, visto che vengono omessi tutta una serie di particolari caratteristici del comportamento di Jeffrey Dahmer, Non si dice alcunché delle pratiche post mortem che costituivano la firma del killer (esperimenti biologici per creare schiavi sessuali, modalità attraverso le quali si liberava dei cadaveri, la lavorazione dei trofei). Si intuisce, solo parzialmente, una delle principali componenti del movente dell'assassino (l'ossessione dell'abbandono), ma non ne sono trattate altre. Del tutto incomprensibile la scelta di tagliare l'epilogo (!?).
Si salvano, invece, le interpretazioni (sufficienti) e la fotografia. Piatta la regia.
Per concludere, non posso che bollare "Dahmer" come film decisamente confusionario. Da evitare. Voto: 4.5
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