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Città zero

Regia di Karen Shakhnazarov vedi scheda film

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La recensione su Città zero

di Baliverna
9 stelle

Tra Franz Kafka e David Lynch, con rimandi a Luis Bunuel, una pellicola originale e imperdibile per coloro a cui piacciono questi autori.

Trama – Un ingegnere di un'industria moscovita si reca in un'anonima e misteriosa cittadina di provincia avvolta nella nebbia, per colloqui con un omologo di un'industria locale, fornitrice della propria. Ma nessuno in fabbrica lo conosce o lo aspetta, e il colloquio con un dirigente si rivela dispersivo e confuso. Poi il cuoco del ristorante dove va a mangiare si suicida – o almeno così pare. Inizia quindi un'odissea in un dedalo di situazioni e personaggi che lo trattengono dal lasciare la cittadina e tornarsene a Mosca.

La trama di questa pellicola è abbastanza bizzarra, assai più di quello che pare da questo riassunto. Il tipo di eventi e situazioni assomiglia spesso a quelli dei sogni, come pure i personaggi che vediamo, e il loro modo di agire. L'unico che agisce in modo razionale è il protagonista, sebbene venga sballottato qua e là da eventi che spesso non comprende. Una parte di essi sono strani, altri misteriosi, e invano si attende una spiegazione. Ciò avviene in modo consapevole e assai particolare, non come in un film con la sceneggiatura di pessima qualità; sicché ciò che non si capisce e non si spiega finisce per aggiungere fascino al film, soprattutto dopo che abbiamo accettato di trovarci in un mondo dai connotati onirici, e non reali.

Non è difficile ravvisare rimandi ai romanzi di Kafka, specie “Il castello” e “Il processo”, e ritrovare le atmosfere di certe pellicole di David Lynch. A margine, si vedono riferimenti alla vita quotidiana di un'Unione Sovietica ormai allo sbando, come i disservizi, le lentezze, la burocrazia, e l'indolenza del lavoratore. Su tutto ciò, ricordo il museo sperduto nel bosco, senza visitatori. Si tratta di una caricatura, ma ricorda tanti altri enti e istituzioni inutili, creati solo per metterci a “lavorare” qualcuno.

Alcune idee sono originali e intriganti, come la segretaria del direttore che lavora con indosso solo un paio di scarpe, o le statue del museo, che in realtà sono persone vive che posano immobili.

Per chi fosse interessato, per gentile concessione della Mosfilm è visibile su Youtube con sottotitoli italiani in formato 16/9, o con sottotitoli in inglese in formato originale.

 

 

 

 

 

 

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