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Il grande caldo

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Il grande caldo

di alan smithee
10 stelle

locandina

Il grande caldo (1953): locandina

IL NOIR SECONDO FRITZ LANG "Complimenti, lei dovrebbe fare l'uomo politico: parla molto e non dice niente."

Il sergente di polizia Bannion (Glenn Ford) sta indagando sull'apparente suicidio di un agente corrotto.

In realtà l'uomo era in possesso di un diario con informazioni importanti e scottanti circa la collusione tra malavita e forze dell'ordine, e la sua vedova, l'astuta Bertha, lo custodisce in un luogo segreto, pronto ad essere dato in pasto ai media, qualora ella venga uccisa In tal modo la donna tiene in scacco sia il boss che sfrutta la città, sia le forze di polizia da lui corrotte.

Bannion invece è un poliziotto onesto, determinato, e il suo agire impulsivo spinge la malavita a tendergli un tranello, da cui purtroppo ne esce vittima incolpevole la giovane e bella moglie. Lasciata la polizia per intemperanze caratteriali legate a quesa tragedia, a Bannion non resta che farsi giustizia da solo, aiutato nella sua mission dalla bellissima Debbie Marsh (la magnifica Gloria Grahame), amante del boss Vince Stone (uno spietato, meraviglioso Lee Marvin), capo degli scagnozzi del boss Lagana.

 

Glenn Ford, Lee Marvin, Gloria Grahame

Il grande caldo (1953): Glenn Ford, Lee Marvin, Gloria Grahame

Glenn Ford, Jocelyn Brando

Il grande caldo (1953): Glenn Ford, Jocelyn Brando

Una bellezza, quella della donna, compromessa certo, ma non cancellata completamente a seguito di una ustione da caffè bollente che la bella ha subito a seguito di uno scatto di ira del suo sadico e manesco amante.

Grazie a Debbie a risolvere la situazione, uccidendo dopo una breve colluttazione Bertha ed innescando così l'inarrestabile sequenza di violenti eventi che porterà all'incriminazione del Lagana, ma pure dei funzionari da lui corrotti, e infine al reintegro di Dave Bannion nei ranghi della polizia.

"L'importante è averli, i soldi. Io sono stata ricca e povera, è molto meglio essere ricca."

Fritz Lang realizza con Il grande caldo, titolo che si riferisce non solo o tanto ad una condizione meteorologica, ma anche e soprattutto al caldo di una reazione violenta che contraddistingue l'epilogo di una azione di corruzione di forze dell'ordine portata alla sua massima distorsione, il suo noir più concitato, crudele e riuscito.

 

Glenn Ford

Il grande caldo (1953): Glenn Ford

Gloria Grahame, Lee Marvin

Il grande caldo (1953): Gloria Grahame, Lee Marvin

Un thriller incalzante, rabbioso, implacabile, sadico come la scelta di deturpate i tratti perfetti e sublimi della diva Grahame, alle prese con un personaggio che nasce quasi come di contorno, per ritagliarsi uno dei suoi ruoli cardine di tutta una eccellente carriera da diva.

Lang costruisce il personaggio pieno di sfumature di Bannion, con i tratti contrastanti e deviati che trasformano l'essere pacifico e bonario in una macchina assetata di giustizia, e quindi di vendetta, laddove la giustizia non ha più ragione di esistere. Il male che corrompe, l'ingiustizia che devia l'uomo onesto e pacifico e lo trasforma in una belva, sono tematiche care al gran regista tedesco, che traspone un romanzo di William P. McGivern, che raggiunge con questo film l'apice della sua già eccelsa qualità artistica, con un noir esemplare, accolto ai tempi della sua uscita al cinema con un certo scalpore per la schiettezza sin scioccante con cui è stata rappresentata la capacità dell'essere umano di trasformarsi in una belva. Persino quando motivato da comprensibili motivazioni di giustizia frustrate da una corruzione dilagante degenerata in disordine sociale tipico di una giungla metropolitana ormai senza governo.

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