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Texas

Regia di Fausto Paravidino vedi scheda film

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La recensione su Texas

di ROTOTOM
8 stelle

Dove la tradizione sfiora la modernità, dove i valori della società agricola sono stati scalzati dai valori della società dei consumi, dove la semplicità dei rapporti umani è stata sradicata da un’inquietudine generazionale di disillusi infelici, lì c’è il Texas. Ovvero la provincia italiana. Paravidino esce allo scoperto con un’opera prima se si vuole un po’ furbetta e ammiccante ma al tempo stesso fresca e acerbamente ben diretta. Ci siamo tutti, volenti o nolenti in mezzo agli sconclusionati personaggi del film, secondo un cliché riconosciuto e riconoscibile nel quotidiano. Il tenebroso (Scamarcio), lo Sfigato, il fatto, la facile, il confidente (lo stesso Paravidino), l’amica brutta e impicciona, il tutto però velato di una tristezza e di un senso di disperata disillusione che non può non colpire. Non può non lasciare il segno, i ragazzi attori non completamente professionisti sono bravissimi e intensi, ben lontano dalla patinata sguaiata commedia all’italiana dei Vanzina, dei simpatici e innocui carciofari di Mimongo (ottimo film tra l’altro) o dalla tesina di Ovosodo. Il mondo degli adulti è altrettanto delirante e drammaticamente dipinto a tinte ignoranti, con ampie pennellate di maleducazione e prevaricazione. Sempre attenta a sfruttare momenti di buon cinema indipendente la Golino spicca su tutti, fedifraga e infelice, vede il tempo lasciarle segni sul corpo e sull’anima e tenta di approfittare di un surrogato di ritrovata gioventù intessendo una relazione con un ragazzino del posto. La vita di provincia in cui ognuno cerca un momento per andarsene e un pretesto per restare, è ben fotografata scandita dal contrasto tra i vecchi del paese legati ai sentimenti di una volta semplici e ben codificati e il tuning selvaggio delle automobili dei giovani protagonisti, unico motivo di distinzione, di affermazione della propria personalità in un luogo povero di storia, una sottocultura del centro commerciale come luogo di ritrovo e una stritolante morale comune che toglie il fiato e soffoca le passioni producendo dolore. Giovani senza guida e senza orizzonti vengono sballottati dalla vita senza la capacità di gestire le emozioni proprie e senza capire quelle altrui. I vecchi guideranno alla fine i loro figli alla soluzione, i vecchi e la loro saggezza, la loro poesia la loro visione semplice sorretta da valori semplici. Solo per alcuni però, nell’agghiacciante finale, con i due amici ubriachi nella neve dopo uno stupro ignobile da parte di uno di loro, tutto rimane ottusamente come prima. Forse peggio.

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