Regia di Mick Davis vedi scheda film
Non ho visto Montparnasse, il primo biopic su Modigliani, interpretato da Gerard Philippe, ma devo dire che la somiglianza fisica di Andy Garcia è quasi impressionante, ma è anche notevole la capacità di rendere la figura controversa - e sconosciuta - di un pittore di cui si sa poco o nulla. Il film fa una scomessa che è la stessa vinta da Forman nel suo Amadeus, cioè falsificare platealmente le carte in tavola per raccontare il genio, il dolore, l'autodistruzione, ma anche l'esplosione creativa, l'amore e la quotidianità. A parte alcune scelte un po' banali (come la presenza di Dedo, Amedeo ragazzino), ma certamente organiche al racconto, il film si sviluppa con momenti notevoli, a volte decisamente coinvolgenti, passando facilmente dalla realta alla visione. Certo la gara di pittura, per quanto una buona idea per raccontare il momento della creazione, risente un po' dello stile spot pubblicitario, che sta invadendo anche il grande schermo. Tuttavia non si può negare che tutta la pellicola dà un idea abbastanza chiara, benche viziata dal solito difetto che tocca a tutte le biografie di questi geni, cioè l'equivoco dell'equazione "genio=sregolatezza=sfiga". Il mondo della cultura contempopranea che mercifica l'arte stessa, continua a proporre ipocritamente la figura pre-moderna dell'artista povero e incompreso, che diventa famoso (e ricco) dopo morto, lasciando che il pubblico si abbandoni a lacrimazioni e sospiri vari. Questo non fa eccezione, senza però cercare l'effetto a tutti costi.
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