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Breakfast Club

Regia di John Hughes vedi scheda film

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giansnow89

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Breakfast Club

di giansnow89
7 stelle

Saggio notevole sugli sconquassi dell'età giovanile.

"And these children

that you spit on

as they try to change their worlds

are immune to your consultations.

They're quite aware

of what they're going through"

 

Sono questi versi di Changes di David Bowie che ci introducono alle colonne portanti di Breakfast Club: l'incomunicabilità fra i due universi, adulto e giovanile, la sfiducia dell'adulto, la sordità del giovane a vuoti ammonimenti, la sua strana e incosciente consapevolezza del futuro.

 

E' un ridente sabato di una primavera appena sbocciata, l'ideale per uscire fuori, al bar, al parco, o a fare shopping. Non è così per cinque malcapitati giovani, che nemmeno si conoscono fra loro, costretti per punizione a passare l'intera giornata chiusi in un'aula scolastica. La galleria dei giovani è iconicamente variopinta, viene coperto tutto lo spettro della tipologia di ragazzi che possiamo ritrovare in una classe del liceo. Lo sportivo tutto muscoli e niente cervello, la ragazza problematica e con ogni probabilità depressa, il bullo, il nerd, la ragazza di buona famiglia che se la tira. Cinque piccole isole chiuse in se stesse che apparentemente non avrebbero nulla da dirsi. Ne scaturisce invece un mirabile simposio, con una prima veemente fase di incomprensioni e diffidenze e una seconda fatta di rivelazioni e coming out. Vengono trattati in maniera esaustiva tutti i temi dell'inquietudine puberale: la pruderie e il desiderio, le dipendenze, la solitudine, l'aspettativa degli adulti, il non riconoscersi nel ruolo che la famiglia prima e la società poi ti assegnano. Quella apparente diversità non è che una posticcia maschera esteriore imposta dall'alto. Tutti loro hanno le stesse paure, la stessa insoddisfazione, la stessa difficoltà ad approcciarsi con l'auctoritas e a comprenderla. V'è un irriducibile iato fra la ricchezza del dialogo giovanile e il piattume e la monodimensionalità delle figure adulte. Sono entità autocentrate e prive di empatia, che proiettano sul figlio, o sull'allievo, la loro frustrazione e le loro aspirazioni represse e mai realizzate.

 

La giornata di reclusione è occasione di crescita e di formazione per i ragazzi, e di liberazione dalle pastoie del Super-Io genitoriale. In un altro classico della ribellione all'autorità scolastica (Zero in condotta, di Jean Vigo), la liberazione avveniva mediante lo sberleffo e la burla, l'annullamento dell'autorità. Qui si sostanzia attraverso il cambiamento, la caduta della maschera e l'autoaffermazione. Da oggi si riapproprieranno della loro vita e rivendicheranno il diritto a essere se stessi, e non l'io plasmato dalla fantasia di qualcun altro: meglio, o perché no, peggio, dell'immagine appiccicata loro addosso, ma diversi. 

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