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L'ultimo Decameron - Le più belle donne del Boccaccio

Regia di Italo Alfaro vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo Decameron - Le più belle donne del Boccaccio

di mm40
2 stelle

Il filone 'decamerotico' (commediole a sfondo sessuale, budget ridottissimo e pretestuosa derivazione letteraria boccaccesca sull'onda del successo - e dello scandalo - del Decameron pasoliniano) esplose e implose nel giro di poco più di un paio di anni, generando una corposa serie di lavoracci pressochè tutti identici, nella forma e nei contenuti (entrambi scarsissimi). Che il mercato fosse saturo già nell'immediato lo dimostra questo titolo: L'ultimo Decameron, nonostante in realtà ne seguiranno ancora parecchi; evidentemente la diffusione del genere fu tanto smisurata e improvvisa che si rese necessario cercare un titolo giustificatorio come questo. Il sottotitolo poi conferma la teoria: Le più belle donne del Boccaccio, non troppo distante da altri coevi quali Le belle novelle del Boccaccio o Le altre novelle del Boccaccio e via dicendo (pratica che richiama immediatamente alla memoria le altrettanto poco fantasiose e standardizzate titolazioni di un altro genere superintasato quale il di poco futuro poliziottesco, con le sue città violente e i suoi poliziotti impotenti/corrotti). Detto questo, detto tutto: perchè una volta rilevato che la componente principale del film sta esattamente nello sfoggio di un cast femminile nutrito e con tanto di un paio di nomi di rilievo (Femi Benussi e Beba Loncar, ma non vanno comunque sottovalutate - da che punto di vista, lo si può facilmente intuire: non si parla sicuramente della recitazione qui - Antonella Murgia, Angela Covello e Carla Mancini), altro da sottolineare proprio non c'è. Se non l'abbinamento curioso creato per la - bruttarella - colonna sonora: insieme al semi-esordiente Bruno Zambrini (che avrà in seguito una buona carriera come musicista di commedie) c'è un divetto della canzoncina pop italiana fine anni Cinquanta/inizio Sessanta come Gianni Meccia (quest'ultimo invece giunto ormai al termine, per lo meno qualitativo, della sua parabola artistica). Alfaro girò pochi film e tutti in quel periodo, a simili livelli; la sceneggiatura è di Luigi Russo, il cui curriculum artistico è leggermente più ampio di quello del regista; in una particina - è il nome maggiore, a conti fatti - compare il bravo caratterista Enzo Robutti. 1/10.

Sulla trama

Raccontini licenziosi fra due pastori del Trecento: mogli insoddisfatte, allegri accoppiamenti extraconiugali, mariti 'cornuti contenti' e non mancano certo i frati lussuriosi...

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