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Il diritto del più forte

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il diritto del più forte

di Baliverna
6 stelle

ANTICIPAZIONE DEL FINALE - Secondo me non è tra i migliori film di Fassbinder. Lo stile è pulito e scorrevole come sempre; su questo fronte direi che non ci sono problemi.
Quanto alla trama, si presentisce molto presto come andrà a finire la vicenda, e il gioco verso la fine diventa quasi troppo scontato. A me non sembra tuttavia che il regista faccia un discorso di classe, cioè di borghesi che usano e depredano il proletario. Indubbiamente le classi d'appartenenza sono quelle, ma non mi pare che il regista parli della cattiveria umana in generale, e che non faccia un esplicito discorso classista (questo per me è un punto a favore). Semplicemente ci sono persone che se fiutano che se uno si lascia fare, loro fanno; e allocco chi ci casca. Questo è certamente vero.
I problemi maggiori si trovano secondo me proprio sul fronte del persoanggio del protagonista, e dell'interpretazione dello stesso Fassbinder. Secondo me come regista era ottimo, ma come attore lasciava a desiderare. E' infatti evidente che egli, non guidato da nessuno, si lasci andare più volte ad atteggiamenti contradditori o difficilmente interpretabili, sicché il suo personaggio ne esce un po' pasticciato. A momenti sembra ingenuo, tonto e goffo, in altri il tipo che nessuno riesce a far fesso, che per di più parla con saggezza. Certe movenze, inoltre, sembrano come schizofreniche o espressioni di una persona che cambia sentimenti e volontà all'improvviso e senza un motivo. Forse questo era il vero Fassbinder, ma ciò non giova al film e al suo persoanggio.
Per il resto, la pellicola è al 100% omosessuale: è ambietata cioè in ambienti omosessuali, e tutti i personaggi principali lo sono. Si parla quindi di sentimenti omosessuali, di rapporti omosessuali, e c'è spazio per diversi nudi maschili. Donne poche e ai margini, per il resto uomini, uomini, uomini. Fin troppi. Non mi stupisce, però, che non abbia mai sentito nominare l'opera tra i film manifesto del mondo gay, perché esso non ne dà certo un buon ritratto (un po' come "Cruising"). I rapporti sono improntati all'egoismo, all'opportunismo, alla provvisorietà, e al sesso consumato come i fiammiferi nelle latrine dei bar o nelle camere d'albergo (spesso a pagamento). Se non sbaglio Fassbinder si professava bisessuale, ma è probabile che l'ambiente descritto - almeno quello di Monaco - lo conoscesse bene. A questo proposito, l'approccio di Fox al personaggio di Karlheinz Böhm è memorabile.
Se la pellicola è molto pessimista per quasi tutta la sua durata, ma in modo realistico e accettabile, nel finale passa il segno. La sequenza dei due bambini che derubano ridacchiando il cadavere del protagonista va al di là del verosimile, ed è come uno schiaffo dato allo spettatore, ridendo sadicamente. E' quel cinismo che mi infastidisce sempre.
Tra gli attori, l'unico veramente bravo è Böhm, che lascia il segno.
Mi è piaciuto molto di più "Mamma Küster va in cielo".

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