Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
Viene naturale chiedersi che bisogno c'era di scomodare, a più di 20 anni di distanza, questo evento sportivo e di rivisitare il conflitto politico USA-URSS nella sua traslazione sportiva. La risposta è che un po' di sano veccho patriottismo a stelle e strisce non guasta mai e che in clima di post-11/9, forse in mancanza di un'ispirazione migliore o di una simile "true story" più recente da raccontare, tutto fa brodo. Almeno così l'hanno pensata alla Disney che difatti, oggi, è probabilmente l'unica casa di produzione che ingenuamente crede ancora nel sogno americano e solo lei poteva mettere in piedi un film del genere: un altro segno di come lo stesso sia vecchio in partenza. Però poi gli americani riescono sempre e comunque ad essere dei professionisti, tanto di cappello, e allora le scene dei match sono girate con maestria e maniacale autenticità sulla scorta delle riprese televisive del 1980, Kurt Russell aderisce perfettamente al suo personaggio che è il vero motore del film, nessun dettaglio viene trascurato e la sceneggiatura non si perde in inutili sottotrame o velleitari approfondimenti psicologici e resta compatta, come la squadra di hockey, e focalizzata sul tema centrale. Alla fine, nei titoli di coda, sulle note di "Dream On" degli Aerosmith e sul fermo-immagine delle facce degli attori con tanto di didascalia, ci si emoziona comunque e lo scopo del film è più o meno raggiunto. Ciò non toglie che si tratta di un film che arriva davvero fuori tempo massimo e fa un po' sensazione notare che si torna a dipingere i russi come personaggi sostanzialmente antipatici, dallo sguardo truce e fiero, forse per aderire a certi cliché stabiliti in molti film degli anni ottanta. Di acqua sotto i ponti però ne è passata nel frattempo.
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