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The Laramie Project

Regia di Moisés Kaufman vedi scheda film

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Marcello del Campo

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La recensione su The Laramie Project

di Marcello del Campo
8 stelle

 

 

 

1998. Laramie, Wyoming – non è cambiata dai tempi del film di Anthony Mann. Piccolo borgo innevato, gente laboriosa, tollerante, è scritto anche nella letteratura dell'ovest, vivi e lascia vivere è la frase che contrassegna la filosofia di chi ci vive. Ben detto, solo che qui è stato ucciso un ragazzo, una matricola del college, un giovane gay, torturato, legato ad un palo residuo di una recinzione, lontano dalla città. Un colpo mortale vibrato con una mazza, un fendente che gli ha portato via mezza faccia.

Il ragazzo è in coma, difficilmente Matthew Shepard sopravviverà.

Vivi e lascia vivere – è facile dirlo, ma ai due ragazzi che hanno trascinato fuori dal pub Matthwe non è passato per la mente di lasciar vivere quel ragazzo garbato, silenzioso, appartato che la sera prima era seduto ad un tavolo.

Mat non ce la fa, poor boy capitato nel posto sbagliato nel momento sbagliato (esiste davvero un posto per i Matt del mondo? Le cronache raccontano ogni giorno di morti per crimini di odio, una carneficina; se esiste un paradiso dei martiri dell’omofobia, questo non è sulla terra, loro ci vanno sotto terra, spediti dritti dalla furia dei razzisti; che le loro vite sono foderate da bare di zinco, solo questo è sicuro).

Laramie è come il mondo intero.

Sei anni fa, non lontano da Laramie, un ragazzo fu crocifisso – sì, proprio con i chiodi, come Cristo, in un luogo interno del deserto americano. Da quelle parti fanno le cose in grande.

Quando Mat muore, la cittadina è incredula, frastornata – o finge di essere incredula e frastornata.

Intanto, bisogna ascoltare i testimoni, ricostruire come sono andati i fatti. L’indagine va avanti, due ragazzi finiscono in carcere. Ci resteranno per un bel pezzo.

Due anni dopo, Moisés Kaufman, regista del Tectonic Theatre Project, arriva a Laramie con la sua troupe. Moisés vuole indagare la città, dare una versione fisiologica del crimine, chiedere ai cittadini di Laramie il loro punto di vista sulla terribile vicenda, tastare il polso della gente, tollerante a parole, omofobica nei fatti.

Dalle quattrocento interviste che ha effettuato, sceglie le più idonee, anche contrastanti tra loro, per offrire un ritratto sociologico sfaccettato del punto di vista dei cittadini di Laramie. Curiosamente, ma non tanto, gli intervistati esecrano il crimine, ma sappiamo bene che nessuno direbbe di fronte ad una telecamera ebbene, sì, sono un fottuto omofobo, meritava di essere ucciso come un cane!, al contrario, hanno tutti una buona parola per il povero Matt, anche se si può leggere tra le righe che uno così se l’è proprio cercata, certo, non sculettava, non era una checca, anzi azzimato, sembrava normale, ma se sei gay non puoi stare al sicuro, vivi e lascia vivere ma fino ad un certo punto.

Kaufman ricava una pièce teatrale, quindi il film The Laramie Project, affidando ad attori di provata esperienza di interpretare alcuni cittadini: Kathleen Chalfant (un’anonima ranchera), Laura Linney (Sherry Johnson), Peter Fonda (il dottor Cantway), Jeremy Davies (Jedadiah Schultz), Steve Buscami (il dottor Doc O'Connor), Christina Ricci. (Romaine Patterson) e così via.

Un po’ ovvia la scelta di affidare a star di fede progressista la parte dei cittadini tolleranti. Ma è il prezzo che Kaufman deve pagare perché il film arrivi nelle sale di tutto il mondo e proiettato anche in molte scuole. Fa eccezione l’Italia dove non solo il film (del 2002!) non è mai stato distribuito e dubito che ministri (cultura e scuola) razzisti, omofobi, ignoranti, come Bondi e Gelmini si preoccupino dell’educazione alla tolleranza degli studenti italiani, mentre si apprestano a militarizzarli, affidandone l’educazione sportiva in stile Balilla e moschetto ai militari.

 

Riporto le parole di alcuni cittadini di Laramie: 

 

Se me l'aveste chiesto prima, vi avrei detto che Laramie è una bella città, è defilata, sapete, piuttosto appartata, quindi puoi esprimere la tua identità. Ora... dopo Matthew, siamo una città definita da un incidente, un crimine, capite? Siamo diventati come Waco Jasper. Siam un nome, una definizione, un segno.” (Peter Fonda)

 

Dapprima pensai che i ragazzi che l'avevano fatto venissero da qualche altro posto. Beh, quando capii che erano cresciuti a Laramie, rimasi proprio di sasso.” (un cittadino)

 

Wyoming, come nessun posto sulla Terra. Mi piacerebbe pensare che sia stato qualcuno venuto da fuori città. Qualcun venuto a posta per picchiare qualcuno. Ma se parliamo di qualcuno che è stato ripetutamente picchiato da qualcun della nostra città... quello ci offende di sicuro. (Steve Buscemi)

 

State ficcando il naso in qualcosa di cui non sentiamo il bisogno di parlare, è una faccenda chiusa. Non ne possiamo più. Non siete graditi qui.” (un ranchero)

 

Il giudice ad uno degli imputati:

 

Lei era alla guida del veicolo che ha condotto Matthew Shepard alla morte. Lei lo ha legato a quella staccionata, così che potesse picchiato più selvaggiamente, e così non potesse scappare per raccontare la sua storia. Lo ha lasciato lì per ore, avendo forse l’occasione di salvargli la vita, lei non ha fatto niente. Per il terzo capo d'imputazione, rapina con omicidio, sconterà un periodo di reclusione pari alla durata della sua vita. Per il Primo capo di imputazione, sequestro di persona, sconterà un periodo di reclusione pari alla durata della sua vita. Le condanne per i due capi d'imputazione sono da espiare consecutivamente.”

 

Il padre di Matthew davanti al giudice, rivolto agli imputati:

 

“Mio figlio Matthew... era tutto tranne che un vincitore. Era piuttosto scoordinato. e portava l'apparecchio dall'età di dieci anni fino al giorno della sua morte. Tuttavia, nella sua breve vita, ha dimostrato di essere un vincente. Il giorno della sua morte, mio figlio ha provato a dimostrare al mondo che poteva vincere ancora, il mio primogenito, il mio eroe ha perso, il mio primogenito ed il mio eroe sono morti, pochi giorni dopo il suo ventiduesimo compleanno. Continuo a chiedermi la stessa cosa che mi sono chiesto quando l’ho visto la prima volta in ospedale. Cosa sarebbe diventato? Come avrebbe potuto cambiare il suo pezzetto di mondo per farlo diventare migliore? Mart è morto ufficialmente in un ospedale di Fort Collins in Colorado. In realtà, è morto alla periferia di Laramie… legato ad uno steccato. Lei, sig. McKinney, insieme al suo amico, il sig. Henderson... lo avete abbandonato lì… ma non era solo. C’erano gli amici di tutta una vita con lui… gli amici che sono cresciuti con lui. Probabilmente vi starete chiedendo chi fossero questi amici. Innanzitutto aveva il bellissimo cielo notturno e la luna e le stelle... che avevamo l'abitudine di guardare col telescopio. Poi aveva la luce del giorno e il sole che splendeva su di lui. E in tutto questo... respirava il profumo dei pini di Snowy Range. Ha sentito il vento... l'onnipresente vento del Wyoming, per l'ultima volta. E c'era ancora un altro amico con lui. C'era Dio. E mi fa piacere che non fosse da solo.”

 

Giustizia è fatta?

 

Non lo so. Quando la steadycam percorre la strada sterrata che porta al luogo del massacro, non posso fare a meno di pensare alla strada sterrata che portava allo spiazzo dove fu massacrato Pier Paolo Pasolini

 

 

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