Espandi menu
cerca
Reazione a catena. Ecologia del delitto

Regia di Mario Bava vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Decks

Decks

Iscritto dal 31 agosto 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 6
  • Post 7
  • Recensioni 190
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Reazione a catena. Ecologia del delitto

di Decks
8 stelle

Spesso ci dimentichiamo dei meriti che l'Italia possiede in ambito cinematografico; questo film ne è un perfetto esempio. Esso è l'antesignano al filone slasher, che in America ebbe tanto successo nel campo dell'orrorifico.

Il regista, estremamente critico nei confronti dei suoi film, si considerò appena soddisfatto di quest'ultimo, forse perchè il produttore Giuseppe Zaccariello gli diede ampia libertà, lasciandogli le condizioni ideali per lavorare sul set.

 

Bava, vero maestro della cinepresa, ma anche delle altre tecniche del cinema, dà vita a scene di indubbia bellezza e soprattutto innovative; in particolare grazie all'uso dello zoom e delle ragionate riprese. I primi piani dei personaggi che si susseguono nella storia, sono significativi, volti a mostrare fino al più piccolo particolare la loro povertà di spirito e morale, ma anche la loro sofferenza dinanzi ad una morte brutale, a cui si aggiunge un uso disinvolto del fuori fuoco, metodo allora sperimentale.

Il maestro del cinema horror italiano mette mano anche alla fotografia, compiendo un autentico miracolo nel mostrare un ambiente selvaggio e inquieto, nascondiglio di farabutti, dove troneggia una villa, luogo di delitti e intrighi, dando alla luce del giorno un aspetto pallido e vissuto, mentre la notte che tutto avvolge, viene accesa solo dal colore del sangue.

La perfezione è riscontrabile anche sotto gli effetti speciali, curati da Carlo Rambaldi, il futuro "padre" di E.T.; essi, uniti alla sapienza di Bava, rendono tutto realistico, sporco e tremendamente cruento: reso possibile dai momenti e dalle posizioni di millimetrica precisione ove Bava pone la cinepresa; indimenticabile il cadavere sulla barca: riesce ancora a sorprendere per quanto crudo e concreto sia tutt'oggi nonostante gli anni, non sfigura, ma anzi, crea il giusto disgusto, e angoscia positivamente il pubblico.

La trama è forse una delle più anarchiche di Bava: egli ci mostra il suo cinico disinteresse verso il genere umano, composto da individui che si massacrano a vicenda per scopi personali impietosamente; uno sguardo impassibile e freddo verso un'umanità fatta di truffatori, avidi e adultere.

Questo gioco al massacro mette subito in chiaro la voglia e la capacità di Bava nel rinnovare un genere: iniziando come il più classico dei gialli, persino nei metodi di ripresa, dopo poco viene tutto demolito per far posto ad una serie di efferati omicidi il cui numero non solo è impressionante, ma lascia ottimisticamente interdetto lo spettatore.

 

Unici lati negativi di questa pellicola sono il cast e il sonoro: gli attori non riescono a rendersi credibili, anche se tutte le apparizioni si limitano a poche scene, vista l'assenza di un protagonista, nessuno riesce veramente a lasciare un impronta professionale al proprio personaggio: sottili, senz'anima, si muovono rintontiti tra l'ottima scenografia. Nel migliore dei casi, il talento del regista li fa scomparire in un originalissimo omicidio, altrimenti risultano insignificanti e ad occhio poco attento sembra di essere catapultati in un lungometraggio di serie B.

Il secondo invece, anche se talvolta riesce a dare vita ad un'atmosfera accettabile, si nota che Cipriani nel sonoro è ancora acerbo, le musiche sono quasi assenti nei momenti fondamentali, limitandosi ad una rumorosa sviolinata ogni qualvolta vi è un sanguinoso atto, a distanza di molti anni invecchiano malamente e risultano datate.

 

Il marxismo secondo Mario Bava. Se il film dovesse possedere un sottotitolo, questo sarebbe il più opportuno.

Mettendo a nudo la grettezza del genere umano, nasce così lo slasher movie; copiato in tutte le salse, in particolare da "Venerdì 13" (la scena del letto è una delle tante) è però differente e migliore di tanti film del medesimo genere, perchè Bava non rispetta alcuna regola, riuscendo ad essere sia colto che ironico (il finale è sdrammatizzante e geniale) ed anche più spietato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati