La recensione su Il prezzo della giustizia

che gran bel film che è questo il prezzo della giustizia. la nascita di una nazione passa sui corpi degli anonimi, dei piccoli. il sogno vale solo per chi si può permettere di diventare sempre più ricco e potente. per chi può contare sull'appoggio di altre persone importanti, di coloro che fanno il paese. john cusack incalzato dal prepotente latifondista, fondatore del villaggio, prende una posizione riguardo all'adesione dei vari stati alla federazione. peccato che al prepotente proprietario terriero, non piaccia la posizione che john ha preso. abituato a non essere contraddetto, cerca di infastidire john in tutti i modi possibili e immaginabili. siamo nel far-west, dove gli indiani sono considerati e trattati alla stregua di coyote da prendere a fucilate per divertimento. john è tutto ciò che il prepotente non vorrebbe che fosse. si ritrova a dover a che fare con un uomo che ha idee, valori e prese di posizioni. un uomo che pensa e che pensa alla sua maniera, e cioè che se hanno dei diritti gli animali perchè non possono averli anche gli indiani. il personaggio interpretato da john cusack perde quasi tutto. perde una moglie adorata che sapeva bilanciarlo e moderarlo quando necessitava. il proprietario terriero lo vessa facendogli pagare una tassa di passaggio e trattenendogli due stalloni di razza. per puro spregio e dispetto sfianca i due splendidi animali di lavoro "governandoli" all'aperto in una porcilaia. la mancanza di rispetto diventa per il proprietario terriero una nemesi che si sfoga in un fuoco distruttore e quasi in follia per il giusto john. un paese che sta nascendo non può fermarsi per i diritti agli indiani o dei meno abbienti, ma l'ingresso del wyoming nella federazione vede una minaccia a causa di due cavalli. john corre all'inseguimento del proprietario terriero aiutato dai tanti piccoli allevatori che non ne possono più della tirannide del proprietario terriero. dove passano fienili e stalle prendono fuoco. la nascita di una nazione si fa sulla pelle di un giusto che crede nelle leggi e per un attimo perde il lume della ragione e persegue un ideale di giustizia corrotto dalla rabbia, dal dolore, dal senso di impotenza e abbandono. anche quando finalmente incontra un giudice che crede quanto lui nel potere delle leggi se applicate correttamente, non può che camminare verso il patibolo. non prima di aver visto giustizia. tutto ciò che chiedeva viene fatto esaudire. il proprietario terriero vestito di cenci, ha rimesso in sesto i due destrieri. viene portato via urlandogli che quello che ha fatto è perchè gli è stato imposto. ma oramai john non sente null'altro se non la morte che lo accoglie tra le sue schelettriche grinfie. non ci viene risparmiato nulla della lenta agonia. quando i congegni fanno si che la botola si apra sptto i suoi piedi legati e il suo collo si spezzi stretto dalla corda tirato verso il basso dal suo stesso peso. gli ultimi spasmi e poi la deposizione nella cassa. un barlume di giustizia tardiva nella vecchiaia del giudice corrotto amico del proproietario terriero che viene indagato e sicuramente rigettato dall'ordine con infamia. un morto, gli amici indiani di john che vengono falciati dalle mitragliatrici dei rangers e il figlio che si allontana con tutto quello che gli rimane: i due destrieri. gran film di una durezza inusitata. un johncusack in splendida forma fisica e attoriale. un bel ruolo di contorno per john c mcginley(chissà cos'ho scritto ma nn mi ricordo bene il cognome) e un superbo ruolo di giudice per il grande john goodman. da vedere.