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Una rosa bianca per Giulia

Regia di John Farrow vedi scheda film

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La recensione su Una rosa bianca per Giulia

di degoffro
6 stelle

Noir convenzionale, dal soggetto piuttosto risaputo, nonostante sia ispirato a un racconto di Leo Rosten (una coppia di amanti ricercata per l'omicidio del marito di lei, in fuga verso il Messico), privo di autentiche sorprese o novità negli sviluppi (lei è la classica dark lady cattivissima e senza scrupoli, lui l'uomo succube del suo fascino) e con alcune soluzioni troppo facili o semplicistiche (i due protagonisti nel loro viaggio verso il Messico trovano sempre qualcuno disposto a dare loro una mano, sia pure dietro lauto compenso, sia esso un rivenditore di automobili, un dottore di buon cuore, o il responsabile di una compagnia di spettacolo ambulante). Realizzato dalla RKO per lanciare nel firmamento di Hollywood l'ultima scoperta di Howard Hughes – Faith Domergue, nei panni di Margo, bellissima e pericolosa, donna in apparenza fragile e sottomessa al padre autoritario e severo (o meglio così fa credere la donna al dottore che l'ha in cura); poi si scoprirà che il padre in realtà è il marito della donna (piccola apparizione di Claude Rains). Il dottor Jeff Cameron, prendendo a cuore il caso di questa ragazza, se ne innamora perdutamente, abbandonando per lei la dolce e paziente fidanzata Giulia, alla quale era solito regalare una rosa bianca e non rendendosi conto che Margo è psicologicamente disturbata, il che è piuttosto grave per un dottore. La morte accidentale del marito di Margo, in seguito ad un diverbio con Jeff (o almeno così Jeff crederà fino alla fine), porterà i due ad una continua fuga, aggravata dal fatto che Jeff, colpito violentemente alla testa, ha una forte emorragia cerebrale che, se non curata tempestivamente, lo porterà inevitabilmente alla morte. Il film alla sua uscita non fu apprezzato molto da pubblico e critica, forse perché troppo simile a tanti altri prodotti del genere, poco credibile anche nel finale, quando Margo, colpita a morte dalla polizia mentre spara a Jeff, tentando di fermarlo perché vorrebbe denunciarla, discolpa il dottore di ogni delitto, dicendo che quell'uomo non farebbe male ad una mosca, mentre la vera artefice di ogni crimine era esclusivamente lei. Così Jeff, una volta curato, potrà ritornare dalla sua Giulia, che nel frattempo l'ha aspettato trepidante ed innamorata ed è pronta a perdonargli tutto, in un happy end che poco si concilia con il genere noir. La regia di Jhon Farrow, padre della più celebre Mia, è comunque funzionale e secca, capace di conferire al film un buon ritmo e una discreta tensione. E' poi curioso vedere il grande Robert Mitchum, nel suo primo ruolo dopo l'arresto per possesso di marijuana, nei panni di un uomo sensibile ed indifeso, in completa balia e soggezione di una donna senza scrupoli, capace di manipolarlo a suo piacimento, ben lontano dai caratteri di duro che l'avrebbero poi reso celebre.
Voto: 6

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