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The Quiet American

Regia di Phillip Noyce vedi scheda film

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La recensione su The Quiet American

di trebby
8 stelle

Vietnam 1952 un austero e maturo giornalista britannico si innamora di una giovane ragazza del posto, la ragazza viene a sua volta corteggiata da un giovane ed elegante agente segreto americano interessato a destabilizzare il paese asiatico per fare gli interessi del governo di Washington. A parte il clichè del maturo occidentale trapiantato in qualche remoto paese esotico che guarda caso si innamora di una giovane del posto, clichè al quale Michael Cane si era già prestato poco meno di vent'anni prima nel film ''il console onoorario' film con una trama molto simile con Richard Gere al posto di Brendan Fraser, bisogna dire che ancora una volta i vietnamiti vengono descritti come degli individui chiassosi, caciaroni, caotici, casinisti, confusionari, rozzi e minacciosi come serpenti a sonagli. La scena dei soldati vietnamiti che assaltano la torre rispolvera questo stereotipo, al pari della scena del battello di ''apocalypse now'', oppure della roulette russa nel film ''il cacciatore''. Sebbene i film che parlano della guerra in Vietnam hanno sempre un intento pacifista i vietnamiti sono descritti sempre in maniera buffa, ridicola e pagliaccesca. La babele linguistica dovuta al fatto che i vietnamiti evidentemente non parlavano l'inglese e gli americani sono poco propensi ad esprimersi in altre lingue al di fuori dell'inglese, non spiega come mai i registi che fanno film sulla guerra in Vietnam sembrino fare in modo che i vietnamiti risultino antipatici agli occhi dello spettatore. Tuttavia lo spettro della guerra tra USA e Vietnam scoppiata pochi anni dopo l'ambientazione del film aleggia continuamente durante tutta la durata della pellicola. Fraser per la prima volta interpreta una persona malvagia, senza tuttavia mai farsi detestare dallo spettatore, curiosamente lo spettatore prova più simpatia per il malvagio personaggio di Fraser che per le sue vittime ovvero i vietrnamiti. Forse Fraser non è adatto a fare il cattivo, anche se a dire il vero se uno considera l'atteggiamento del suo personaggio durante tutta la durata del film, ne esce un individuo senza scrupoli, emblema di una certa ipocrisia dell'imperialismo americano. Il personaggio di Cane anche questa volta dopo ''il console onorario'' è l'ennesimo uomo attempato che si fa buggerare da un giovanotto affascinante e scaltro. Il film non propone cose nuove, tuttavia nella sua semplicità non è certo peggiore di altri film sulla guerra in Vietnam, anzi sembra un buon prequel. Unico problema: trama eccessivamente ingarbugliata.

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