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Bamboozled

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Dying Theatre

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bamboozled

di Dying Theatre
8 stelle

Questo immenso Autore (precisare 'cinematografico' sarebbe riduttivo) che è Spike Lee ci omaggia dell'ennesimo capo d'opera: un pamphlet (v)igoroso (nell'accezione letterale del termine ed in quella di 'rigoroso' pronunziato con dandysta affettazione) e stordente, autoironico ed assai più ambiguo di quanto non sembri. "Bamboozled" è girato come una puntata di "Cops", è duro e canzonatorio, evita il manicheismo 'correct' che fu di "Malcolm X" come di "clockers" e sceglie, per veicolare la presa di coscienza, il bilama della pasquinata satirica. Volano rasoiate a destra e a manca (l'autore afro è colto e politicamente evoluto ma snob, miope, ed ambiguamente attratto dalle lusinghe dello show-biz; i terroristi-rapper hanno, di fatto, ragion(i) da vendere, ma son rappresentati come 'compagni che sbagliano'; perfino il boss w.a.s.p., yuppie e criptorazzista, è in fin dei conti un Candido, un bambinone divertito che non sa stare fermo, neanche di fronte alla vergogna); evitare i colpi si può, magari presentando il tutto come una 'commedia provocatoria' (vero Critica Italiana..?), ma sarebbe certo un accontentarsi, un galleggiare in superficie soavemente cullati dal tenue alito dell'etichettatura tassonomica. I voti della redazione di Film Tv, Crespi a parte, la dicono piuttosto lunga. Del resto ci agitiamo tutti - 'viviamo', se preferite così - in un momento storico in cui scimmie & ballerine siedono sul 'divano buono'.. in cui i capi di stato ordinano le portate del meretricio più greve al telefono, stilando la lista delle concubine direttamente al Direttore Generale della Tv Pub(bl)ica, neanche fosse un cinese take-away. In un'Era di tal fatta è ovvio che sdegno e riflessione critica vadano inoculati 'a forza'.. come nei libelli michealmooriani, col ricatto più spinto, la madre piangente del soldato morto.. gli amputati.. i cumuli di corpi in fiamme o quel tizio che si strafoga di cheeseburger per dimostrar che l'Occidente provoca il Colesterolo. Ecco. Questa è dieta-per-critici-egemoni.. meglio di quella del fantino. Meno proteica di sicuro. Laddove le vitamine neuronali del Lee più matur(at)o colpiscono, prima che stomaco e genitali, memoria e senso critico, spirito d'appartenenza etn(ograf)ico e coscienza storica. No, non ci sono cartelli giganti a forma di freccia e con su scritto "Verità", "Bene", "Male" o "Surriscaldamento globale". Spike Lee ha optato - e non da oggi - per un mosaico critico ben più complesso e variegato. Pessimista com'è doveroso che sia ed antropologicamente verosimile, non consolatorio ed irrisolto, arrabbiato e lucidissimo, comunque e sempre ragionato, sincero ed autorevole. Più che comprensibile, ai tempi del 'black power' griffato ed edonista dei Puff Daddy e dei John Singleton, che possa non piacere. Sorprendente Damon Wayans, ispiratissimo Micheal Rapaport, molto a suo agio il resto del cast. Il pre-finale, con le animazioni del 'minstrel-show' che introducono l'esecuzione in diretta, è da brividi.

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