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L'Esorcista - Il Credente

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'Esorcista - Il Credente

di imoneS
3 stelle

Non è difficile da capire perché la notizia dell’uscita di un nuovo capitolo della saga, che si presenta come diretto sequel del primo, abbia fatto alzare più di qualche sopracciglio. In fondo l’operazione di David Gordon Green, regista e co-sceneggiatore de L’esorcista - Il credente, ha molto in comune con quanto aveva già fatto su Micheal Myers (Halloween, Halloween Kills e Halloween Ends). Probabilmente nel tentativo di portare ordine nel canone delle rispettive saghe, Gordon Green decide di tornare agli albori di fatto rendendo apocrifo tutto ciò che è venuto prima di lui. Operazione che guarda molto al contemporaneo, ma che rischia concretamente di alzare un polverone. Gli si dia atto quindi quantomeno di non aver avuto paura di confrontarsi con film (e personaggi) ormai intoccabili, impressi nella mente dello spettatore in maniera così radicale da non essere più sensibili a critica.

 

Di esorcismi al cinema non se ne sentiva proprio la mancanza, anzi. Dal 1973, anno di uscita de L’Esorcista di William Friedkin, purtroppo scomparso quest’anno prima di poter presentare il suo ultimo The Caine Mutiny Court Martial a Venezia, il filone di esorcismi su schermo non ha fatto altro che imitare (o cercare di reinventare) l’originale con scarsi risultati. Il film di Gordon Green, purtroppo, non fa eccezione. Haiti, 2010. Si comincia con un jumpscare, sintomatico di come la vicenda sarà strutturata da questo momento in poi. Il film, infatti, procede tra sporadici salti sulla sedia e rimandi più che palesi all'originale: non bastano delle citazioni dirette, come i cani che lottano al tramonto, per creare un senso di angoscia. Non ci sono più preti-archeologi, né statuette demoniache, solo un fotografo e sua moglie in luna di miele. Sarà un violento terremoto a interrompere questo quadro, evento catastrofico che costringerà Victor (Leslie Odom Jr.) a scegliere se salvare la moglie (Tracey Graves) o la figlia che porta in grembo (Lidya Jewett). Uno stacco a tredici anni dopo ci impedisce di vedere la decisione di Victor eppure ritroviamo padre e figlia in casa, in uno scenario di apparente tranquillità familiare. Se non fosse già abbastanza chiaro, lo scarto tra ciò che vediamo e ciò che è realmente successo rappresenterà una svolta importante.

 

Leslie Odom Jr.

L'Esorcista - Il Credente (2023): Leslie Odom Jr.

L'ovvio setup di un twist problematico

 

Come già individuato in una puntata del Salotto Monogatari (https://www.youtube.com/watch?v=DDz-Nf1FPpE&ab_channel=SalottoMonogatari) rispetto all’operazione compiuta sulla figura di Myers, qui ritorna una concezione di horror a cavallo tra “l’autore” e il mainstream che rende queste rielaborazioni di Green appetibili a diverse sensibilità. Forse il più grande problema de L’Esorcista - Il credente è da ricercare in questa doppia anima, stavolta divisa non solo tra le due protagoniste possedute (la premessa sembra un what-if di scarsa qualità: e se le possessioni fossero due o più?) ma anche tra il raccogliere l’eredità di “uno dei film più spaventosi di sempre” e l’esigenza di sottostare a logiche di marketing attuali. Naturale quindi che il film risulti tutto meno che scandaloso o critico nei confronti di una o l’altra religione.

 

L’idea originale, infatti, è quella di rintracciare (e ritracciare, se pensiamo a quanto fatto dal sequel di Boorman) le origini dell’idea di esorcismo. Il focus si sposta quindi dalla capacità purificatrice della religione cristiano-cattolica a una più ampia concezione antropologica che vede l’esorcismo come un rituale condiviso da più sistemi di credenze. L’esorcismo quindi si estende, si allarga alla provincia americana (ancora Halloween, con il suo “Evil dies tonight!”) e alle sue contraddizioni. A performare - la forza di questi film sta anche qui, ricordiamolo, nel modo in cui viene condotto l’esorcismo - saranno quindi una serie di protagonisti che ad elencarli sembrerebbe una battuta. Un prete cattolico, una guaritrice delle radici, un’ex suora, un pastore battista e un predicatore pentecostale entrano in un bar…

 

Ann Dowd, Okwui Okpokwasili, Raphael Sbarge, Lidya Jewett, Jennifer Nettles

L'Esorcista - Il Credente (2023): Ann Dowd, Okwui Okpokwasili, Raphael Sbarge, Lidya Jewett, Jennifer Nettles

L'esorcismo all-inclusive

 

Il prete rimane però fuoricampo (o più precisamente, in auto a pregare), perché la diocesi locale è convinta che le due ragazze siano affette da un disturbo psichiatrico. Quando entra in campo (o in casa), è il primo e l’unico a morire. Se il film non è stato magnanimo con la sua stessa legacy cattocentrica - può venire in aiuto leggere le accuse di conservatorismo al film originale - non si può comunque dire riesca a pieno nel suo intento inclusivo: tutta la storia ruota infatti intorno all'idea di un padre che viene perseguitato (e torturato) da un demone per aver pensato di abortire la propria figlia. Come se non bastasse, la sensazione di trovarsi di fronte a una disneyficazione del materiale è concreta. Tralasciando la reunion di due personaggi iconici, inserita sul finale quasi ci si fosse dimenticati (ricorda molto l’ultimo Indiana Jones), le due ragazze sono collegate da questo ponte demoniaco che ricorda il concetto starwarsiano di Diade nella Forza - i loro parametri vitali sono sincronizzati, le manifestazioni demoniache anche.

 

Lidya Jewett, Olivia Marcum

L'Esorcista - Il Credente (2023): Lidya Jewett, Olivia Marcum

La possessione condivisa

 

Non c'è più traccia delle sottigliezze di Friedkin (e di Blatty, ovviamente), per cui il male ci colpisce pervicacemente separandoci dalla nostra famiglia e dalla nostra fede - più in generale dalle istituzioni che dovrebbero proteggerci. Il campo di battaglia è ormai collettivo, forse troppo. È diventato meno fisico (artificioso non metafisico!), ma soprattutto meno misterioso. Vedere l’Inferno (o la porta per accedervi?) su schermo è la pietra tombale di un film che non ha saputo cogliere le riflessioni del cinema che vorrebbe emulare, neanche riadattandole.

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