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I soliti amici

Regia di Michael Dinner vedi scheda film

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La recensione su I soliti amici

di FilmTv Rivista
4 stelle

Generazione Inps: Reynolds (classe ’36), Dreyfuss (’47), Hedaya (’40) e Cassel (’35) spediti nell’ospizio, sotto il caldo sole di Miami. Erano gangster, sono pensionati con problemi di prostata. E bivaccano davanti al mare guardando i fondoschiena delle graziose fanciulle piovute in Florida appena saputo che Madonna vi trascorreva qualche giorno di ferie. Una notizia già vecchia per un film vecchissimo, e non solo per l’anagrafe degli ex leoni del cinema anni ’70. Una commedia autunnale (malgrado il clima) che lascia davvero l’amaro in bocca, come dopo una giornata passata a fumare due pacchetti di Marlboro. Il regista, Michael Dinner, è crepuscolare fin dal cognome e di obbligata provenienza televisiva. Dire che si noti è giocare con gli eufemismi. La pellicola è scarica come le pile del pacemaker di “Boccachiusa” (Cassel), stanca, imbarazzante, strascicata, trascinata, triste e mesta, senza arte né parte. E non bastano l’erotismo aggressivo di Carrie-Anne Moss e Jennifer Tilly a tirare su il morale. Uscito il 21 agosto del 2000 negli Stati Uniti (dove ha incassato 13 milioni di dollari in luogo dei 23 spesi), piomba un anno dopo sul Pianeta Italia, colonia infame dell’impero hollywoodiano. I soliti, noiosi, scontatissimi sospetti.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 33 del 2001

Autore: Aldo Fittante

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