Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Temi come la volontà della coppia di avere un figlio che non arriva, ma anche la contestazione per l'autorità costituita, nelle figure del direttore della scuola, ma anche dell'immaginario prefetto citato nella canzoncina che Manfredi canta nel finale, sono da De Sica, ormai prossimo al trapasso, inserite in un film in forma di commedia. Che all'epoca suscitò moltissime perplessità nei critici che continuavano a rimpiangere il profeta del neorealismo, stigmatizzando in particolare la deriva presa dal suo fido collaboratore Zavattini, troppo in odore di disimpegno. Quanto senso avesse continuare a sperare che De Sica ripetesse la formula di Sciuscià e Ladri di biciclette in una società così tanto cambiata, oggi lo possiamo giudicare. Del resto, tanti anni e tanti successi di commedia all'italiana non passano invano. E quindi si può oggi apprezzare questa commedia abbastanza garbata e divertente sui temi di cui sopra, con i difetti tipici del prodotto di genere, con un Manfredi bravo ma in qualche momento invadente e già costretto ad accendersi la sigaretta con la marca del pacchetto in bella vista per la macchina da presa.
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