Espandi menu
cerca
Il sarto di Panama

Regia di John Boorman vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Decks

Decks

Iscritto dal 31 agosto 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 6
  • Post 7
  • Recensioni 190
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il sarto di Panama

di Decks
7 stelle

"Siamo a Panama: nessuna buona azione rimane impunita". Questa simpatica frase che ci catapulta insieme a delle ottime scenografie nello stato sudamericano, ci mostra come in questi tempi moderni essa sia un covo di furfanti, sia poveri che ricchi, dove i buoni vengono schiacciati da un sistema potentissimo che risponde, non solo a livello statale, ma globale.

Nonostante esso parli di intrighi politici, agenti del MI6, ambasciate e così via. Boorman ha la buona idea di ribaltare tutti gli stilemi del genere verso un clima più umoristico e critico, portando una ventata di aria fresca verso un genere trito e ritrito, che sapeva solo darci brutte copie di film alla James Bond. Esempi? Qui la spia è il maggiore antagonista, la femme fatale è una povera mamma fedele, che non cerca mai la sensualità, e infine neppure il protagonista ha la coscienza pulita. Certo il regista ringrazia con le sue scelte uno stile grafico e registico di rimando ai primi film del noto agente segreto, tramite l'uso di uno stile lento e pulito, che tiene tensione al punto giusto fin quando non esplode nel caotico, ma sempre lento e ben sottolineato, finale. Purtroppo la bravura di Boorman non compensa una trama scialba, a volte prevedebile, rimanendo piatta fino al complesso di eventi degli ultimi 30 minuti, riuscendo comunque a far miracoli, mantenendo una tensione sempre altissima sullo spettatore in qualsiasi minuto della pellicola. Abbiamo dunque, intrecci poco curati e montaggio sgradevole per il pubblico che rimane frastornato tra i cambi di scena. Più una sceneggiatura, che se talvolta è lodevole per il suo umorismo e cinismo, a volte risulta poco credibile e persino inascoltabile (tipo le frasi da macho di Brosnan).

Maggiormente apprezzabile è pero Panama. Un luogo che nonostante la bellezza dell'ambiente nasconde soprusi e un sistema politico corrotto dovuto da un ex-presidente spietato, posto a governare dai tronfi Stati Uniti e tolto con la forza, mostrandosi salvatori di una patria che comunque continua a marcire, causa i loro passati o presenti coinvolgimenti ("Hanno fatto fuori Alì, ma non i 40 ladroni"). C'è un continuo esplodere di critiche, velate o meno, che mostrano, non solo, come gli USA abbiano adottato perennemente un sistema di monopolio globale, ma raffigurando questo stato come dei decerebrati guerrafondai, che non sanno utilizzare altro metodo quale la violenza per risolvere un problema. Ad accompagnarci in questo insieme di critiche troviamo personaggi tessuti a regola d'arte, con uno stile e una filosofia quasi perfetto. Quasi perchè spesso le interpretazioni che accompagnano meravigliosi personaggi da copione non sono all'altezza. Basti pensare a Pierce Brosnan, non solo incompetente e con una mimica facciale che vanta un massimo di due espressioni, ma che si trascina pure il suo vecchio ruolo di 007, rendendolo ancora più insopportabile. Persino la brava Jamie Lee Curtis non si trova a suo agio, mentre Geoffrey Rush e Brendan Gleeson dimostrano molta più bravura. Il primo con una poliedricità unica, il secondo con piccole azioni che arricchiscono questo commovente personaggio (un triste sguardo alle sirene di una polizia brutale vale più di mille parole). 

Nel complesso è sì, una buona opera, nonostante i difetti, ma che senza un valido regista come John Boorman, sarebbe irremediabilmente crollata come le bugie dell'amabile Rush.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati