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Amarsi può darsi

Regia di Alberto Taraglio vedi scheda film

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La recensione su Amarsi può darsi

di FilmTv Rivista
4 stelle

Le fortune commerciali di “L’ultimo bacio” incoraggiano l’uscita di un film realizzato due anni fa: “Amarsi può darsi”, debutto alla regia di Alberto Taraglio. Ancora trentenni poco adulti, indecisi tra una libertà immaginaria e gli impegni sentimentali. Eterni studenti fuori corso, tra una festa con sbronza e bugie, fughe in riva a un lago nel giorno del matrimonio, e amici esplosi come pneumatici di seconda scelta, corteggiamenti infiniti e tradimenti, caldi messaggi nella segreteria telefonica e semiseria introspezione a voce alta. Davide e Giulia si ritrovano in tribunale per il divorzio e le varie deposizioni innescano una serie di flashback sul loro amore incompiuto. Le catastrofi generazionali hanno il torto, poco giustificabile, di somigliarsi tutte. Si respira un’aria poco eccitante e poco avvincente. L’espediente di un giorno in pretura, zavorrato dal colpetto di scena che siamo in un sogno, è l’attenuante di un impianto narrativo a strip, a mosaico, forse un po’ troppo impegnativa per il regista esordiente. Claudio Santamaria (Davide) recita esattamente come farà in “L’ultimo bacio”. Curiosità immobiliare: la casa in cui i due sposi vivono il loro “dramma scandinavo” è la stessa usata da Ozpetek in “Le fate ignoranti”.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 14 del 2001

Autore: Enrico Magrelli

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