Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Una caratterizzazione più flebile dei precedenti lavori del regista svedese annichilisce le velleità, del resto non poche: psicanalisi di un omicida incosciente, parallelo con l'incomprensibile che guida le azioni degli uomini . L'indagine, non semplicemente quella poliziesca della trama, parte dall'inspiegabile come dato di fatto imprescindibile nella natura e nelle azioni umane, per affrontare il consueto tema dell'instabilità ed incompiutezza dell'esistenza sotto un profilo quantomeno differente dal solito. Troppa freddezza e troppo distacco dai personaggi allontanano il lavoro dal pubblico; come 'giallo' è fiacco, ma va apprezzata la ricostruzione a brandelli e la successione in capitoli cronologicamente non ordinati.
L'omicidio e stupro di una prostituta hanno un colpevole insospettabile: Peter, sposato ed apparentemente soddisfatto della propria vita. L'ispettore che cerca di fare luce sul caso si trova davanti dei testimoni perplessi quanto lui: lo psichiatra omosessuale amico di famiglia, la moglie, la madre. Eppure il delitto è stato commesso da Peter, che viene dichiarato insano di mente e rinchiuso in manicomio.
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