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American School

Regia di Amy Heckerling vedi scheda film

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Ronaldo del '98 4ever

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La recensione su American School

di Ronaldo del '98 4ever
8 stelle

L'ho trovato molto gradevole: nonostante il titolo, non è uno dei soliti teen movie americani. Anzi, è un film che, pur operando in un contesto becero e materialistico come quello in cui presumibilmente vivono gli studenti di una scuola americana, riesce a proporre delle tematiche molto serie e profonde. E' bello pensare che nel 2000 ci sia qualcuno che parli della semplicità di un essere umano, e che lo faccia utilizzando in particolare una persona (Jason Biggs) facente parte delle nuove generazioni; una persona che probabilmente, nella vita reale, è l'opposto di quello che è in questo film. La storia è carina e, nonostante una diffusa sottile tristezza dovuta alla condizione in cui Paul si trova rispetto ai suoi coetanei nuovi compagni, si sviluppa in risvolti interessanti e necessariamente ottimistici; della serie: alla fine chi è buono di cuore trionfa. Insomma, è un film apprezzabile e molto meno stupido di quello che si può pensare a giudicare dal titolo. Da vedere...

Sulla trama

Niente di eccezionale, ma la vicenda è ben pensata e realizzata in maniera corretta: si passa dall'arrivo di Paul a New York ai relativi problemi di ambientazione ed inserimento, alla soluzione finale... Il tutto avviene secondo un'impostazione molto ben definita dei tempi narrativi. Direi che va bene...

Sulla colonna sonora

Eccezionale! Le musiche di questo film sono tutte molto belle ed estremamente adatte al contesto. Per farla breve, la colonna sonora è uno dei punti forti di questa pellicola...

Cosa cambierei

Se possibile, renderei Mena Suvari ancora più protagonista, facendo in modo di riprenderla molto di più: sarà una mia fissazione, ma mi piace troppo! Poi farei in modo di migliorare il livello dei dialoghi, che spesso lasciano un po' a desiderare. Per il resto, niente da ritoccare...

Su Thomas Sadoski

Va bene che ognuno è libero di pensare quello che vuole. Ma se questo Sadoski può essere definito attore, allora qualcosa non va...

Su Greg Kinnear

Anche Kinnear non è un fenomeno, ma è molto più bravo di Sadoski a recitare, e si vede: il ruolo del professore cinico, stronzetto e pieno di fissazioni gli calza a pennello, e lui riesce ad interpretarlo a dovere. C'è comunque da dire che, se ha partecipato a qualche film di spicco - come "Qualcosa è cambiato" (1997) o "We were soldiers" (2002) – evidentemente qualche qualità deve averla...

Su Zak Orth

Forse un po' meglio del suo collega Sadoski, ma anche lui non mi è particolarmente piaciuto. Può darsi che mi sbagli, ma non dà proprio l'impressione di poter diventare un attore conosciuto...

Su Mena Suvari

Straordinaria! E' uno dei motivi che mi ha spinto a vedere questo film. Come al solito, mi ha fatto impazzire: è stupenda, dolce, sbarazzina, sexy... Chi potrebbe resisterle? Anche il suo ruolo mi piace molto, perché il suo personaggio subisce un'evoluzione che gli permette di aprire gli occhi e di capire che cosa vuole veramente. Inoltre Dora è l'unica persona che accetta subito Paul; o meglio, è l'unica persona che non lo giudica e che quindi riesce subito a trovarsi bene con lui. Logico quindi – data la grande dolcezza ed umanità del suo personaggio - che la bellissima Suvari goda anche della simpatia del pubblico, cosa che forse non avveniva in un film come "American beauty" (1999), che pure ha visto la giovane attrice all'apice della sua bellezza finora dimostrata. Non mi stanco mai di vederla, spero che faccia il maggior numero di film possibile... E, in tutta franchezza, non capisco come ci possa essere gente che non solo non coglie la sua straordinaria bellezza, ma la giudica anche brutta; i gusti saranno gusti, ma questa è una cosa che non capirò mai...

Su Jason Biggs

Biggs è un attore che ho sempre stimato, nonostante la sua identificazione passi inesorabilmente attraverso la serie di "American pie". Secondo me, è una buona promessa, può dare tanto al cinema: è evidente che il bravo Jason ci sappia fare. In questo film ha un ruolo un po’ particolare, a causa del quale l'intera pellicola è pervasa da un sottile, ma costante, senso di tristezza e pena. In effetti, se si guarda il titolo originale ("Loser", che significa "perdente"), si può ben comprendere per quale particolarità si caratterizza il protagonista... Quello che toglie ogni dubbio sulla bravura di Biggs è la sua capacità di adattarsi ad un ruolo fortemente drammatico, proprio lui che viene considerato capace di recitare solo in teen movies demenziali. Insomma, mi è molto piaciuto e non posso negare che l'ho invidiato per le scene girate con Mena Suvari. Mi auguro per lui che possa diventare sempre più bravo e famoso...

Su Amy Heckerling

Chi conosce la Heckerling la ricorda di sicuro per la direzione di "Senti chi parla" (1989) e di "Senti chi parla 2" (1991), due film abbastanza famosi, in quanto vedono la partecipazione della simpatica Kirsty Alley e del grande John Travolta. Una cosa che si nota subito rispetto a tali due film è la netta differenza nello stile di direzione: la Heckerling si avvale qui di inquadrature molto generali e di diversi primi piani, tutte sempre molto precise; il tono che viene dato all'ambientazione vede la predominanza di ambienti chiaroscuri, con una netta prevalenza di toni di luce caldi. Ciò che ne deriva è un'atmosfera che tende al dark senza però mai sconfinarvi. Importante è poi l'analisi psicologica che la regista fa dei personaggi principali, specialmente di Jason Biggs, Mena Suvari e Greg Kinnear. Per il resto, funziona tutto abbastanza bene. Non mi ha molto convinto la sceneggiatura, ricca di dialoghi che non eccellono certo in originalità. Valida invece la scelta del cast. In sostanza, un buon lavoro della Heckerling...

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